Balzanelli (Presidente SIS118): “Attacchi ingiustificati, Dobbiamo rinforzare consapevolezza e strategia di prevenzione”
Il 118 è un servizio ben organizzato ed efficiente, ma non è stato sempre così. Mentre gli ospedali hanno prestato attenzione a migliorare le prestazioni e le strutture per un rapporto ottimale con il paziente, così non è stato per quanto riguardava l’urgenza del soccorso e soprattutto del coordinamento unico. Un tempo, il soccorso delle emergenze, era assunto, oltre che dalle Associazioni dl Pubblica assistenza, anche dalla Croce Rossa Italiana e dalle Confraternite della Misericordia che oggi hanno un ruolo importante nella logistica degli ammalati, soprattutto nel trasporto di quelli non autosufficienti ed allettati. Negli anni ’90 si arrivò, dopo numerosi eventi negativi, alla formazione del numero unico ed alla nascita a Bologna del 118. Oggi in Puglia, se abbiamo una buona organizzazione, lo dobbiamo al servizio pubblico attivo su tutto il territorio nazionale che garantisce 365 giorni l’anno, 24 ore al giorno, una risposta adeguata alle situazioni di emergenza o urgenza sanitaria e delle maxiemergenze tramite l’invio di mezzi di soccorso proprio. Mario Balzanelli, 56 anni è il presidente nazionale della SIS118 (Società Italiana Sistema 118) e direttore della stazione Covid dell’ospedale Moscati di Taranto che, dal 2001, si dedica non solo a riorganizzarlo ma ad ottimizzarlo. Solo pochi giorni fa le feroci critiche sulla sanità tarantina in un servizio trasmesso da Rete 4 nella trasmissione “Fuori dal Coro” condotta da Mario Giordano. Il servizio riportava alcune denunce di pazienti e parenti su presunti episodi di malasanità durante il Covid 10 presso l’Ospedale Moscati, in particolare nelle tende container allestite fuori dalla struttura sanitaria. Dal servizio andato in onda, appariva visibilmente contrariato il dott. Balzanelli che, tra l’altro, ha provato sulla sua pelle l’esperienza del contagio, molto probabilmente proprio durante l’espletamento della sua attività.
Dott. Balzanelli, conosciamo tutti quanti quello che riguarda la sua attività di Presidente del SIS 118, ma vorremmo anche sapere qualcosa in più sulla sua vita privata
Amo la vita, mi piace molto leggere, studiare, scrivere riflessioni, in particolare prediligo la poesia, la filosofia, le letterature orientali. Appena posso vado sul mare. Proprio lì ritrovo le energie per rigenerarmi. Adoro stare in famiglia. Come tanti genitori mi piace uscire e giocare con i miei figli: Graziana, di 11 anni, Aldo e Sabina, gemelli, di 7 anni. Mi piace passeggiare, andare al cinema. Mi piacciono i film comici, storici e di avventura.
Sono credente. La mia è una visione cristiana della vita. Sono tifoso dell’Inter. Amo la cucina pugliese, ma anche quella romana. Tra i miei piatti preferiti ci sono gli spaghetti con le sarde, anche se appartengono alla tradizione siciliana, ma anche riso patate e cozze, le orecchiette integrali con il ragù di carne, la carbonara, le braciole. Sono ghiotto del San Pietro.
Sono più di dieci anni che dirige il 118
Ho progettato il Sistema 118 della provincia di Taranto nel 2001. Dal novembre 2009 sono il Direttore del Sistema, quale vincitore di concorso.
Concorda con me che esistevano già delle criticità, prima del Covid 19 nelle strutture sanitarie tarentine e nell’assistenza domiciliare?
Il SIS 118, a marzo 2020 ha varato specifiche linee di indirizzo in tema di strategia di contrasto alla COVID-19 nel contesto dei profili specifici di competenza del Sistema, inviate al Ministero della Salute, al Consiglio Superiore di Sanità ed al Presidente del Consiglio dei Ministri. Abbiamo ritenuto necessario, in particolare, evidenziare immediatamente, al Ministro della Salute Speranza, la criticità centrale dei Sistemi 118 correlata all’aumento oggettivo del fabbisogno di risorse, in quanto a mezzi e a personale medico e infermieristico, ed alla contestuale necessità di individuare strategie efficaci per la gestione più appropriata del paziente COVID-19 relato, sospetto conclamato, in attesa della presa in carico dei pazienti da parte delle competenti Unità Operative ospedaliere, per evitare che gli stessi, perdendo tempo prezioso, potessero deteriorarsi, a livello respiratorio, in seguito ad interminabili ore di attesa. A Taranto si è varato, a riguardo, un modulo organizzativo inedito di struttura recettiva intermedia, individuato presso il Presidio ospedaliero Moscati, in un container di Terapia Intensiva ed in auditorium riconfigurato come Medicina di Urgenza ospedaliera: sistema di aerazione a pressione negativa, tubazioni specifiche per il trasporto di gas elettromedicali ad alto flusso, dotazione di monitor multi parametrico più ventilatore ad elevate prestazioni per ciascun letto tecnico. Questo modulo organizzativo, a gestione 118 e ospedaliera multidisciplinare integrata, mediante supporto specialistico infettivologico, pneumologico, intensivistico H24, ha dato risultati assolutamente significativi, in quanto a bassissima percentuale di mortalità rispetto ai parametri documentati a livello nazionale. Tale innovazione gestionale sarà presentata, corredata di tutta la documentazione afferente, al Ministro della Salute ed alla comunità scientifica, nazionale ed internazionale.
Come vi ha colti l’arrivo del Covid 19 in Puglia?
Ci siamo resi subito conto della natura, assolutamente atipica, del decorso clinico. Era una patologia infida, caratterizzata, nelle forme cliniche di maggiore gravità, da una azione lesiva nascosta che occlude in silenzio i piccoli vasi sanguigni dell’organismo, determinando una progressiva riduzione della disponibilità di ossigeno a livello degli organi vitali e dell’organismo in generale detta ipossia silente. Da qui la necessità clinica di anticipare, il più possibile, il momento diagnostico e terapeutico mirato.
In particolare, lei ed il suo personale, come lo avete affrontato?
Il Sistema 118 ci vede stremati, provati, preoccupati e alquanto delusi. Il Sistema è da un anno sotto incalzante progressiva pressione, soprattutto per le nuove varianti mutate del virus. Come lei ha anticipato, ho contratto anch’io, durante il servizio, una forma severa di polmonite bilaterale, egregiamente curata dai colleghi pneumologi della Terapia Intensiva Respiratoria del Moscati che ringrazio di cuore. Mi permetta di ringraziare pubblicamente il direttore, Dott. Giancarlo D’Alagni. Ho vissuto, come tanti, tutte le dimensioni psicologiche comuni a tutti coloro che si sono trovati nella mia stessa situazione. In più l’ho potuta analizzare come medico di emergenza operativa sul campo, direttore del Sistema 118, di presidente nazionale della SIS 118, di ammalato costretto a stare attaccato ad un ventilatore per respirare. A tutto questo c’è da aggiungere la sofferenza di aver perso, un mese e mezzo dopo la mia dimissione ospedaliera, la mia amatissima mamma. Purtroppo il COVID-19 può uccidere inesorabilmente, indipendentemente da tutti i nostri sforzi. Questo, ahimè, è quello che ho imparato. Andrebbe approfondita e affrontata la questione del “Long Covid” definita “sindrome post COVID” che ritengo devastante. Dopo la mia dimissione dall’ospedale ho verificato la presenza di atrofia muscolare e di astenia marcata impensabile, completamente sconosciuta. Nei primi giorni, anche alzarmi da una sedia mi pesava moltissimo.
Dicevo prima del suo apparente risentimento su quel servizio di Mario Giordano
Ho inviato, tramite il mio legale, una lettera di diffida. Ho ritenuto quel servizio aberrante ed ingiustificato visti gli sforzi che tutti noi stiamo facendo
Ogni giorno si parla di una nuova variante, come potranno combatterle i vaccini?
I Coronavirus mutano continuamente. I vaccini sono una risposta fondamentale e determinante nella strategia per contrastarli. Forse potrebbero non bastare. E’ necessario sviluppare altre armi, che sinergicamente possano annientare il virus, tra questi nuovi antivirali, anticorpi monoclonali, il plasma eterologo e, parere della SIS 118, le cellule staminali.
Che atteggiamento dovremmo adottare?
Dobbiamo rinforzare consapevolezza la strategia di prevenzione. Evitare, anche se vaccinati, di cadere nella trappola di sentirsi al sicuro. Potrebbe essere fatale. Bisogna dotare gli anziani di saturimetri ed affidare l’interpretazione giornaliera dei dati al medico di medicina generale e, se improvvisamente al di sotto di valori “critici”, ai medici delle Centrale Operativa 118, disponibili H24. Bisognerebbe utilizzare, in aggiunta alle mascherine, la visiera antidroplets. Infine, prestare attenzione ai suggerimenti Governativi e Ministeriali. Provengono da esperti che vivono ogni giorno il COVID-19 in prima linea e non nei salotti televisivi.
Mario Balzanelli, questa intervista esclusiva concessa a PugliaPress l’ha rilasciata con il cuore, anzi meglio, con l’anima. Da tempo lui e tutti i medici ed infermieri, sono sottoposti ai riflettori mediatici e a volte giudicati aspramente da chi ha perso una persona cara ed ha bisogno di colpevolizzare qualcuno a tutti i costi. Durante la mia professione medica, un giorno un primario mi disse: “Ricordati che chi va per mare si bagna”. Io aggiungo che quelli che non fanno nulla, state sicuri, resteranno asciutti!
Giuseppe Varlaro