LA MOZZARELLA DI GIOIA DEL COLLE È D.O.P
Gioia del Colle, paesino della Murgia barese, dove si produce un latticino pugliese straordinario : la mozzarella.
La mozzarella di Gioia del Colle è oggi una D.O.P, il che significa che è un prodotto che si fregia del titolo di Denominazione di Origine Protetta..
L’Italia arricchisce il suo paniere di prodotti D.O.P mantenendo il primato mondiale in campo alimentare.
La conquista della D.O.P è garanzia di qualità, tracciabilità e riconoscibilità del prodotto e di tutela del consumatore.
Dopo una lunga battaglia legale, durata 10 anni, grazie al voto favorevole a maggioranza dei paesi UE, il regolamento di esecuzione che iscrive il prodotto nel registro UE degli alimenti di qualità, è stato finalmente pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, conferendo all’Italia un primato mondiale con :
- 656 prodotti DOP acronimo di Denominazione di Origine Protetta,
- 780 IGP acronimo di Prodotti a Indicazione Geografica Protetta,
- 64 STG acronimo di Specialità Tradizionali Garantiste
Dopo un lungo iter legale a livello nazionale, la domanda era stata presentata nell’ottobre 2009, ma aveva subito un rallentamento a causa della Germania, la quale possedendo importanti quote di mercato della mozzarella in Europa, si era opposta duramente per evitare che il termine “ Mozzarella “ generico, già impiegato in altre due denominazioni d’origine tutelata, creasse confusione e sviasse la clientela. Dunque, non poteva essere soggetto a protezione.
Oggi si legge in una nota del MIPAAF ( Ministero delle Politiche agricole ) finalmente la Mozzarella di Gioia del Colle, è iscritta nel registro delle denominazioni di origine e indicazioni geografiche dell’UE, 311 esima denominazione Italiana registrata.
Lo stesso Michele Faccia, referente scientifico dell’iter disciplinare e docente di Scienze e tecnologie dell’ Università di Bari, illo tempore , chiari alla Commissione Europea, come un terzo marchio non avrebbe leso interessi economici dei Paesi terzi, ma la risposta faticava ad arrivare.
La Mozzarella Campana differisce notevolmente da quella pugliese soprattutto per l’origine del latte.
L’origine è tutto.
Il latte murgiano è il latte vaccino, latte intero e crudo di vacca podolica, con flora pabulare, tipica del territorio delle Murge baresi. Quella campana invece è fatta con il latte di bufala.
A Gioia al latte fresco non si aggiungono conservanti ma solo innesti di sieri artigianali autoctoni. Gli animali devono essere mantenuti al pascolo obbligatoriamente per 150 giorni all’anno e nutriti con una dieta specifica, così da avere un latte ricco di elementi vegetali, grassi, insaturi, vitamine e gusto.
Ha una consistenza più elastica e un peso che varia dai 50 grammi al chilo a seconda della forma : a treccia, a nodino o a sfera.
È di colore avorio con pelle molto sottile e la salatura avviene prima dalla filatura eseguita in acqua bollente e successivamente in acqua fredda per ottenere il rassodamento.
Presenta una fuoriuscita di siero, indice di freschezza dal sapore dolce e acidulo, con note di latte fresco, burro e vegetali.
Il territorio della D.O.P comprende 16 comuni della provincia di Bari, 6 di Taranto e una porzione di Matera. Al consorzio aderiscono l’ 80% dei produttori che andranno a trasformare 2,06 milioni di quintali di latte all’anno, con 15,8 milioni di mozzarelle prodotte.
Il “ Marchio “ conferitogli può valere la crescita del 20% circa per un giro d’affari che vale 80 milioni di euro varcando i confini nazionali ed internazionali.
Una vera e propria eccellenza del patrimonio gastronomico e culturale pugliese, espressione di un territorio, quello murgiano, forte della produzione del latte che dalla sua trasformazione secondo l’antica tradizione locale della pasta filata, diventa la Regina gioiese.
La mozzarella è un prodotto versatile in cucina: dalla caprese, o in un’insalata con verdure cotte o crude, si presta perfettamente per qualsiasi preparazione, dai piatti gourmet, alla pizza, al panino da consumare al parco.
La sua bontà rimane davvero inconfondibile in qualunque modo decidiate di gustarla.
Non vi resta che : DEGUSTARLA.
Francesca Brana’