Martina/ Non c’è il medico che può dimetterlo, minore costretto a passare la notte in ospedale con la madre ad assisterlo in piedi e a digiuno
Parlare di malasanità in questo periodo non è forse il momento particolarmente indicato, visto che bisogna dividere l’attività che viene svolta egregiamente dalla maggior parte dei medici e del personale infermieristico e, dall’altra, dover combattere contro la burocrazia attraverso le disposizioni dei dirigenti e contro una piccola parte di altri medici che riducono al minimo la propria attività professionale per paura di non contagiarsi.
La positività da parte del direttore sanitario Colacicco, ha praticamente rallentato ulteriormente l’attività operativa in tutta la provincia di Taranto. Infatti, molti di coloro che sarebbero venuti in contatto con lui hanno pensato bene di auto isolarsi. Il CUP di Martina oramai da mesi viene tenuto chiuso con gente che fa la fila davanti ai presidi, predisponendosi a rischio contagio mentre i dipendenti si tengono a debita distanza, chiusi negli uffici, limitando o in alcuni casi interrompendo, seppure parzialmente, l’erogazione dei servizi. Piani terapeutici che si accumulano perchè chi dovrebbe firmarli o è in riunione o in presunta quarantena. A pagarne le conseguenze gli ammalati o quelli che devono seguire delle cure. Una situazione inaudita. Nello stesso momento, a differenza dei burocrati, i medici, anche degli ambulatori, continuano ad esporsi, continuando regolarmente la loro attività a servizio dell’utenza. Nell’ospedale di Martina, ci è stato segnalato un caso che appare paradossale . Un bambino che si era fratturato al polso ,durante l’ora di educazione fisica a scuola, ieri mattina l’hanno dovuto operare per una frattura scomposta. L’intervento è avvenuto in day ospital, ma non è stato dimesso ,perché non era presente un medico che firmasse le dimissioni. La madre che accompagnava il minore ha dovuto assistere il figlio senza che potesse allontanarsi per nutrirsi e senza un giaciglio adeguato per la notte. La precarietà è oramai una conseguenza del Covid, ma il virus dell’indifferenza e della insensibilità sembra aver trovato in questo periodo un terreno fertile. La fotografia di come viene organizzato l’accesso all’ospedale non va commentato.