La Rosa e l’Agapanto
Valerio Lucariello, poeta/scrittore, sta riscuotendo interesse col suo primo romanzo
Valerio Lucariello, è un poeta/scrittore romantico. Seguitissimo su Instagram, il 21enne ginosino, specializzando in Biotecnologie, sta riscuotendo notevole interesse col suo primo romanzo: ‘La rosa e l’agapanto’. Due fiori che nel loro linguaggio esprimono amore e, in un presente sempre più cupo e il futuro precario e incerto, serenità e bellezza. D’altronde, in una società massificata e spersonalizzata come l’attuale, la semplicità delle piante è uno strumento che potrebbe riportare l’uomo all’esplorazione di sé, alla meditazione e, forse, alla guarigione. Il libro, edito da Amazon Italia, si legge tutto d’un fiato (32 capitoli, 149 pagine) grazie ad una scrittura ‘automatica’. Narra storie d’amore che accendono e spengono luci; sembra di rivivere il romanticismo di Giacomo Leopardi e Ugo Foscolo. La fantasia di Lucariello provoca e interroga. Nel suo complesso, chiude anche il cerchio interminabile delle dinamiche delle partenze e ripartenze dei giovani del Sud verso un altrove. Del cui percorso, l’autore, da uomo romantico qual è, stimola riflessione sulla solitudine e sull’importanza del sentimento posto in contrapposizione alla ragione, qualora quest’ultima venisse considerata guida all’azione degli esseri umani. Nei protagonisti del romanzo (su tutti Alessandro, Alice, Marta), si eleva la libertà individuale, intesa come libertà morale delle passioni, dei vizi e dei compromessi. Ragione e sentimento, però, non collaborano nelle decisioni da prendere e ne consegue un continuo conflitto tra ideale e realtà, dolore, inquietudine, angoscia, paura, delusione, infelicità individuale e cosmica, tedio, gusto e disgusto, ambiguità, morte. Di qui la domanda da un milione di dollari: è possibile sapere in anticipo se una scelta sarà giusta o sbagliata? Purtroppo, fin quando non se ne fa esperienza diretta, non si saprà mai quanto costerà né quali saranno i suoi effetti. Spesso, si è presi dall’ansia di fare la scelta sbagliata, oppure si fa finta che, in fondo, non sia importante, e si va a caso. Talvolta, si fanno scelte perché si ritiene essere il male minore, con la conseguente frustrazione legata alla sensazione di non aver scelto con libertà e cognizione di causa. E non sempre si ha la consapevolezza che, di per sé, non scegliere è già una scelta. Che Lucariello racchiude nell’epilogo titolato: La Casa. Non visto come luogo fisico che fa sentire a proprio agio, avvolti e coccolati, con senso di intimità e sicurezza, ma, che, con infinite sfumature e nella loro complessità, rispecchiano il percorso interiore dell’individuo. Della vita.
Raffaele Conte