Melendugno accetta la transazione con la società che gestisce il gasdotto Tap

Il Consiglio comunale di Melendugno ha approvato ieri una delibera che rappresenta il frutto di una transazione economica risarcitoria che gli amministratori comunali hanno sottoscritto con la multinazionale responsabile del tanto contestato gasdotto Tap, costruito a partire dal 2016 ed entrato in funzione nel 2020.
La società verserà nelle casse comunali del Comune un bonifico di 6 milioni, più 50 mila euro destinati alle spese legali che la controparte ha sostenuto per vedersi rappresentata nel corso delle trattative.
I 6 milioni saranno spendibili nel Comune di Melendugno, che ospita l’approdo del gasdotto nella propria marina di San Foca, in opere e servizi riguardanti l’ambito sociale, urbanistico e ambientale. Accettando.
Con la sottoscrizione dell’accordo, Melendugno rinuncia a costituirsi parte civile nel processo penale, giunto alla battute finali, in corso presso il Tribunale di Lecce, e che vede Tap ancora sul banco degli imputati, sia pure con suoi ex dirigenti, per il reato di “inquinamento ambientale”
Con questo accordo, la multinazionale si tutela anche verso il futuro, inquanto è allo studio il raddoppio del gasdotto, che con l’aggiunta di un altro tubo parallelo al primo, vedrebbe passare dagli attuali 10 a 20 i miliardi di metri cubi di gas convogliati dalla Grecia in Italia. La società, infatti, non dovrebbe più chiedere alcuna autorizzazione per realizzare l’ampliamento, né dovrebbe versare alcuna compensazione. Era stata invece la Regione a mettersi di traverso, pochi mesi fa, rispetto a questa prospettiva, rispetto alla quale l’ente guidato da Michele Emiliano potrebbe giungere a separata transazione economica con Tap e poi ripartire i proventi sui territori interessati.
Il Tap, infatti, oltre all’approdo a Torre dell’Orso, ha un percorso di oltre 60 km sulla terraferma, fino a congiungersi con uno snodo rete nazionale Snam posto fra Brindisi e Mesagne. Anche negli altri Comuni attraversati, infatti, la multinazionale sta conducendo trattative per giungere ad accordo analogo con quello siglato con Melendugno, accordi che sono proporzionali all’impatto dell’opera sul Comune.
A Vernole, ad esempio, primo comune attraversato dopo Melendugno, l’accordo pattuito, ma non ancora siglato, verte su un ammontare di 2 milioni e 100 mila euro. In sostanza, per i Comuni, si tratta di scegliere fra le alternative poste dal famoso adagio: meglio l’uovo oggi, o la gallina domani?
Non ritirandosi dalla costituzione di parte civile nel processo, essi potrebbero teoricamente ottenere anche molto di più, ma anche nulla, se il Tribunale desse ragione alla società Tap.
Il sindaco di Melendugno, Maurizio Cisternino, che non era tale all’epoca in cui il gasdotto veniva fortissimamente contestato dalle istituzioni locali e da tutto il territorio, dicendosi felice per il passaggio della delibera in Giunta, ha affermato che “se avessimo chiuso prima, forse saremmo riusciti a ottenere anche di più”.