Vieste: uccise un uomo fermo davanti alle strisce pedonali. Gli viene restituita la patente dopo pochi mesi.
Indignazione e incredulità sono i sentimenti, del tutto comprensibili, che pervadono l’animo dei familiari di Michele Medina, il medico dentista travolto e ucciso nella sua Vieste lo scorso 16 luglio mentre, a bordo della sua moto, attendeva diligentemente che una famiglia attraversasse la strada sulle strisce pedonali.
Il soggetto investitore, peraltro un farmacista della zona, oltre ad avere compiuto un’azione che ne dimostrava la totale assenza di attenzione, risultava anche in possesso di una patente scaduta.
La Procura di Foggia ha ovviamente aperto un’indagine per il reato di omicidio stradale, tuttora in corso, ma il responsabile di un investimento mortale beneficia nel frattempo, senza colpo ferire, del riottenimento di quella patente per la quale non aveva trovato neppure il tempo di ottenere il rinnovo.
Michele Sodrio, l’avvocato che assiste la moglie ed i due figli del dottor Medina, ha immediatamente presentato un esposto sia alla Procura, sia alla motorizzazione di Foggia, sia all’ufficio patenti della Prefettura, per cercare di comprendere come sia stato possibile per l’indagato chiedere e ottenere il documento di guida.
A cosa serve, ci chiediamo, pronunciare solenni orazioni sulla legalità, impegnare su questo anche le scuole, come si fa con iniziative pubbliche o con a volte stucchevoli lezioni di educazione civica se, all’atto pratico, essa resta una mera dichiarazione d’intenti, sostanzialmente ipocrita? Lezione teorica, appunto, perché nella prassi essa diventa atto di un’orribile recita, tutto fuorché educativa.
Speriamo vivamente in un equivoco.