L’Orchestra della “Notte della Taranta” di scena a Campi per la festa patronale
La città di Campi Salentina sta in questi giorni omaggiando il proprio patrono, Sant’Oronzo, con un variegato programma di iniziative e spettacoli.
Campi è una cittadina con un borgo antico delizioso, passeggiando attraverso il quale si compie un istantaneo balzo indietro nel tempo. Caratteristica peculiare, oltre alle sue viuzze strette, ne sono le sue corti, di dimensione assai varia. Alcune di esse sono una specie semplice cortile esterno all’abitazione, altre invece, assai grandi, rappresentano una specie di piazza sulla quale si affacciano svariate abitazioni.
Esse rappresentano delle vere e proprie cellule abitative, dei micro-cosmi all’interno del paese che sembrano quasi vivere di vita propria, una forma di tessuto urbano comunitario ben diversa però da quella dei geometrici e monotoni paesaggi costituiti dai moderni condomini a più piani. Qui, nelle corti dei paesi salentini, il vivere associato consente ad ogni residente di avere la propria abitazione distinta ma, allo stesso tempo, di avere in comune con gli altri “cortigiani” uno spazio, una piccola piazza. E, specialmente nelle calde serate estive, come in tanti paesi del nostro territorio, tanto più in presenza di una popolazione tendenzialmente anziana, essa diventa luogo nel quale abbandonarsi a tranquille e lunghe confidenze, nel quale riannodare i fili di chissà quanti e quali memorie del passato…
In questo contesto così romanticamente fuori dal tempo, e dall’insopportabile fretta dei nostri giorni, si è esibita una rappresentanza dell’Orchestra della Notte della Taranta, capitanata, alla voce femminile, dal volto ormai celebre e dal carisma di Enza Pagliara, uno dei punti di riferimenti più noti di questa realtà musicale divenuta così popolare negli ultimi 20 anni.
Come forse non tutti sanno, infatti, il foltissimo gruppo dei musicisti che si esibisce in occasione del “Concertone” di Melpignano, partecipa e anima anche, in gruppi più ridotti ma comunque muniti di tutti gli strumenti musicali che la pizzica richiede (percussioni, fiati, archi, chitarra, basso, batteria) sia le diverse tappe introduttive all’evento culminante della “Notte della Taranta” di Melpignano, tappe che si tengono nei vari comuni della Grecìa Salentina e nelle vicinanze degli stessi, sia spettacoli fuori dal contesto salentino.
Quello che tuttavia differenzia i concerti normali dal Concertone, e che ce li fa preferire all’evento diventato ormai un appuntamento di rinomanza internazionale, è che questi, più raccolti come durata e soprattutto come pubblico presente, restano ancorati al repertorio classico del Canzoniere griko molto più di quanto avvenga ormai in occasione del mega-concerto di Melpignano. Esso infatti è diventato, in un certo senso, vittima della sua stessa grandezza, al punto che molti fra i seguaci più tradizionalisti della Pizzica, sono arrivati a ripudiarlo, accostandolo ad appuntamenti musicali di carattere schiettamente commerciale dell’estate, quali il Festivalbar o Battiti Live. Così quest’anno al Concertone di quest’anno è accaduto non solo che si siano esibiti cantanti che non hanno nulla in comune col repertorio della musica popolare salentina, cosa che avviene ormai da qualche edizione ma ai quali, è il caso ad esempio del rapper napoletano Geolier, è stato consentito addirittura di cantare pezzi del proprio repertorio, per avvicinare, si dice, le nuove generazioni.
Ma le nuove generazioni hanno già infinite occasioni per ascoltare questi artisti, fornire loro un’ulteriore e così vasto palcoscenico, per cantare qualcosa di diverso dalla musica popolare pugliese, significa effettivamente commercializzarne e profanarne l’essenza più genuina.
Nei concerti come quello tenutosi invece ieri sera a Campi Salentina, nella bellissima Piazza della Libertà, si respirano le emozioni più autentiche della musica che invita a fare balli da “tarantolati”. L’orchestra sul palco si accompagna fra l’altro a una coppia di ballerini che completano il quadro delle suggestioni fornite dalle tarantelle. Mentre ci allontaniamo, restiamo incantati guardando un bambino capace di realizzare perfettamente il classico accompagnamento ritmato della Pizzica su di un tamburello acquistato presso lo stand dell’Orchestra. La bellezza della Pizzica sta in questa sua immediatezza, nell’essere di fatto una musica da strada. Del resto crediamo potrà fare sempre a meno.