Tragedia a Francavilla Fontana: Giacomo Capuano, un addio commovente e le parole toccanti di sua sorella Adriana
La chiesa del Carmine a Francavilla Fontana ha accolto ieri un’onda di commozione e incredulità, mentre familiari e amici davano l’ultimo saluto a Giacomo Capuano. Il giovane imprenditore agricolo, 27 anni, ha perso la vita sabato scorso in un tragico incidente in moto durante un’escursione nel Tarantino con un gruppo di amici centauri.
La bara bianca di Giacomo è stata seguita da due ali di folla, visibilmente sgomenta, dentro e fuori il luogo di culto, densamente gremito. Palloncini bianchi, alcuni disposti a mo’ di rosario, sono stati liberati nell’ultimo cielo blu della giornata, mentre i presenti cercavano conforto nella cerimonia funebre.
Il parroco, don Andrea Santoro, ha cercato di alleviare il dolore dei familiari, tra cui il padre Giovanni, la madre Maria Consiglia Caliandro, le sorelle Adriana e Vittoria (insieme al marito Francesco), i nonni Adriana e Angelo, la fidanzata Janira e gli altri parenti. Tutti accomunati da una tragica perdita, nessuno immune al peso di un destino così crudele che ha spezzato una vita giovane e promettente.
Ma è stata la voce di Adriana, la sorella maggiore di Giacomo, a scuotere le coscienze e ad avvolgere il cuore di chiunque abbia ascoltato le sue parole. Attraverso un post su Facebook, Adriana ha reso pubblico il suo messaggio d’addio al fratello, condividendo con il mondo chi era Giacomo e cosa significasse per loro.
Le parole di Adriana non sono state semplici elogi funebri, ma un ritratto vibrante di un fratello amato e perso troppo presto. “Giacomo è stato un regalo”, ha scritto, sottolineando la sua determinazione, la gentilezza e la capacità di illuminare le vite di coloro che lo circondavano.
Con dolcezza e fermezza, Adriana ha difeso la passione di Giacomo per le moto, ribadendo che la felicità del fratello era intrinsecamente legata a quella passione condivisa. Ha espresso il profondo dolore per non essere riuscita a proteggerlo e ha promesso di prendersi cura dei genitori, portando avanti il ricordo e l’eredità di Giacomo con amore e gratitudine.
Le sue parole hanno trasmesso un messaggio di resilienza e amore, ricordandoci che le persone care vivono nei nostri cuori e nelle nostre azioni quotidiane, indipendentemente dalla loro presenza fisica.
Giacomo Capuano può essere stato un giovane dalla vita troncata, ma il suo spirito vibrante e il suo impatto positivo sulle persone che ha toccato continueranno a risplendere nel ricordo di coloro che lo hanno amato e conosciuto.
Avevamo deciso di vivere il nostro dolore in maniera silenziosa, ma il clamore è stato tanto. Per cui rendo pubblico (ma già lo era) il mio messaggio d’addio a Giacomo, così che tutti sappiano chi lui fosse e cosa siamo stati.
Felici e belli insieme.
Prima di mettere giù queste righe, mi sono chiesta: da dove comincio? Per cui sono partita dal pensiero che in maniera più prepotente si è fatto spazio nella mia testa in queste ore. Ciò che mi sono ripetuta costantemente per evitare l’attaccamento egoistico ad un corpo ormai vuoto e lasciare che la tua anima fosse libera di essere altrove.
Giacomo è stato un regalo. Anzi no, permettetemi di parlare al presente. Giacomo è un regalo. Non voglio che sembri uno di quegli elogi funebri prestampati. Dove tutto è perfetto ed immacolato. Mio fratello era un testone. Testa dura e cuore morbido, direi io. Non c’era verso di fargli cambiare idea. Ma voi siete testimoni, lo avete conosciuto. Gran pezzo di manzo. Pare si dica così tra ragazze. Ma la sua anima era anche più bella.
Mio fratello correva. Non parlo della moto. Correva nella vita. E non aveva sogni. Aveva obiettivi. Il sogno resta lì. Sapete… sogni qualcosa, la desideri e aspetti che capiti. E poi magari non capita, perché non te la sei andata a prendere. Lui invece si alzava ogni giorno con lo spirito di sacrificio, l’entusiasmo di lavorare e realizzare. E ci sarebbe arrivato, potete scommetterci.
Ostinato, caparbio, combattente.
Gentile, altruista.
Una roccia. La nostra.
Ha cambiato la vita dei miei genitori. Ha portato luce ed energia positiva. Ed era forse questa la sua più grande dote. Illuminare il passo e permettere agli altri di brillare assieme a lui. Contagiare.
Sapeva prendersi cura ed era così piantato per terra, che era difficile credere che avesse solo 28 anni.
Non so se vi sia mai capitato di ridere così forte da arrivare alle lacrime. Ecco, a me capitava con lui. Soprattutto quando prendevamo in giro quella “bruscona” di nostra sorella.
So cosa pensate tutti “quella maledetta moto”. Ma vi rispondo io per lui. E lo dico con fermezza, soprattutto a mamma e papà. Non si può fermare il tempo. Non si può fermare il moto dei pianeti, non si può controllare un uragano, una tempesta. E non si può spegnere una scintilla quando da lei divampa la fiamma che fa bruciare la nostra anima. Mio fratello era felice in moto. Noi eravamo felici in moto. Le famiglie non si scelgono, capitano. E te le devi tenere, cosi come vengono. Noi eravamo così belli e così uniti, da sceglierci anche nei momenti di svago. E la bellezza di quei momenti insieme, la conosciamo solo noi.
Voglio dedicare due parole a quegli esseri meravigliosi che sono i miei genitori. Quante volte ho sentito dire “che bei figli che avete, quanto siete fortunati”. Ebbene no, non è così. Noi non siamo capitati e non siamo venuti a caso. Siamo stati educati ad essere in un determinato modo. A lavorare duro, a rimboccarci le maniche e ribaltare i pronostici. E io, da figlia, vi dico grazie. Per me stessa e per avermi regalato l’onore di essere la sorella maggiore di altri 2 figli meravigliosi.
Ed io, fratello mio, che avrei dovuto prendermi cura di te, ho fallito anche nella cosa che avrei dovuto saper fare per mestiere. In quel momento, se avessi potuto strapparmi il cuore dal petto e darlo a te, lo avrei fatto.
Ora… lo dico ancora una volta, così che resti nelle vostre menti tutta la mia gratitudine per questo meraviglioso essere umano che è stato mio fratello. Giacomo sei stato un regalo della vita. Sei stato fratello, amico, complice. La tua presenza è così profondamente radicata dentro di me, che non esisterà un addio. Sarai in ogni passo che metterò, in ogni decisione, in ogni pensiero di vita e di futuro. Sarai il volto che cercherò ogni volta che mi scapperà un sorriso, ogni volta che tua sorella rosicherà perdendo a carte.
Ti prometto che farò del mio meglio per prendermi cura di mamma e papà. Ti prometto che faremo in modo di stare bene, perché questo avresti voluto per noi.
Tanto tu ci sei, ci sarai sempre.
Sei dentro di noi. E da qui non si scappa.
Ti voglio bene