C’eravamo tanto amati – Il Sindaco di Taranto lascia il Partito Democratico
Il Sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, noto per la sua leadership incisiva e la dedizione alla causa del suo territorio, ha sorpreso la comunità politica locale annunciando la sua decisione di abbandonare il Partito Democratico.
Melucci, che ha già guidato la città con successo nel corso degli ultimi sei anni, ha ottenuto la fiducia dei cittadini con una netta vittoria al primo turno nelle ultime elezioni amministrative, schierandosi con una lista civica indipendente.
Il suo primo mandato nel 2017 lo aveva visto emergere vittorioso al secondo turno nelle fila del Partito Democratico, facendo leva sulla fiducia degli elettori con una percentuale del 50,91%.
Nel corso delle successive elezioni, Melucci ha ulteriormente consolidato il suo sostegno, ottenendo una schiacciante vittoria con il 61% delle preferenze contro il suo avversario, Walter Musillo, a capo di una coalizione di centro-sinistra chiamata “Ecosistema Taranto”.
L’annuncio della sua fuoriuscita dal Partito Democratico è arrivato oggi, venerdì 27 ottobre, tramite una nota stampa ufficiale diffusa dal suo ufficio.
Nella dichiarazione ufficiale, il Sindaco ha espresso gratitudine per l’esperienza maturata all’interno del Partito Democratico e ha sottolineato l’importanza di guardare al futuro con nuovi orizzonti politici.
“È stato un onore servire il Partito Democratico e la mia città in questi anni. Tuttavia, sento che il momento sia giunto per esplorare nuove vie e affrontare sfide inedite. Continuerò a lavorare instancabilmente per il bene di Taranto e dei suoi cittadini, ora sotto una nuova bandiera politica,” ha affermato Melucci nella nota stampa.
L’annuncio ha suscitato una serie di reazioni contrastanti all’interno della comunità politica locale. Molti esprimono rispetto per la decisione del Sindaco, sottolineando la sua dedizione e il suo impegno costante per il bene della città. Altri, tuttavia, si mostrano sorpresi dalla mossa e si chiedono quali saranno i prossimi passi politici di Melucci.
“Si è portati spesso a pensare che ci si lasci perché carichi di rancore o insoddisfatti. In verità, in una visione più romantica e profonda del sentire la politica, nella sua accezione più elevata, la scelta di prendere strade differenti può essere dipesa dalla semplice ed umana ambizione di ricercare nuove motivazioni, energie e valori più aderenti al proprio sentire e al proprio progetto politico.
Preciso subito che il secondo caso è quello che credo mi riguardi: sentire ed intendere la politica come qualcosa che arricchisca l’esistente, che generi sistemi valoriali virtuosi ed in grado di dare risposte alle tante sfide del nostro complicato presente. Oggi si conclude formalmente la mia esperienza nel Partito Democratico. Un partito che sta cambiando pelle, come sono inevitabilmente cambiato io lungo questi anni assai impegnativi. Certo, dal 2017 ad oggi tanti sono stati i cortocircuiti tra partito e i suoi amministratori locali, sindaco incluso, tante anche le battaglie comuni portate positivamente a termine: sarei ingeneroso a rinnegare o ridimensionare il lavoro svolto con impegno. Su tutto, la virata che insieme abbiamo compiuto sulla decarbonizzazione del nostro modello economico e sulla pianificazione della transizione giusta europea per l’area ionica”.
Continua il primo cittadino: “Ma si arriva, a volte, a un punto in cui bisogna lasciare che la libertà di espressione e di determinazione non venga stritolata in alcun modo da logiche che nulla hanno a che fare con quella concezione alta e spirituale della politica. La realtà dei nostri tempi scorre inesorabilmente come un fiume senza argini. E di fronte ai cambiamenti epocali mondiali, crisi climatiche, guerre e smarrimento del senso di umanità, la politica deve sottrarsi da asfittici e tossici giochi di posizionamento ed opportunità, e deve rimodularsi verso i bisogni della comunità, garantendo la stabilità degli enti amministrati – la cui guida è scelta democraticamente sulla scorta di un robusto mandato elettorale, proprio al fine di non disattendere la speranza di riscatto di intere comunità. Al riparo da ogni ipocrisia, si possono ovviamente indagare anche i motivi pratici di una simile decisione, e lo faremo con spirito costruttivo nelle prossime settimane se serve. Dalle divisioni e tensioni interne al debole supporto sui tavoli istituzionali nei momenti topici per la città, dai frequenti e strumentali distinguo di alcuni esponenti del partito agli equivoci sui contributi programmatici più delicati, dalla limitata definizione di obiettivi e linguaggio politici allo scarso spazio ai più alti livelli riservato alla classe dirigente tarantina e ai suoi giovani”.
Melucci accende i riflettori sul lavoro svolto negli ultimi anni e sugli equilibri interni al PD: “quando le dinamiche personali hanno preso il sopravvento sulle argomentazioni politiche e sulla progettualità, lo sconforto e l’amarezza hanno avuto la meglio. Ed è proprio in questi casi che, sulla scorta del mandato ricevuto, sempre attraverso un concreto spirito di missione e di servizio verso la comunità, bisogna lasciar andare ciò che si sente estraneo al proprio essere. Al Partito Democratico, nonostante tutto, non desidero riservare alcun rimprovero, ma solo ringraziamenti e rassicurazioni sulla centralità del suo ruolo all’interno degli sforzi quotidiani compiuti dalle amministrazioni locali”.
Secondo il primo cittadino l’avversario di Taranto è là fuori “in agguato, tra populismo e sovranismo” e conclude: “Se ci si chiede in questa sede quale sia la mia opinione sul futuro degli equilibri politici del centrosinistra ionico, io non posso che tornare ad auspicare che quello spazio vada dai riformisti e moderati ai progressisti ed ecologisti, passando per il contributo fondamentale degli amici del Movimento 5 Stelle, il tutto ragionato sui temi e l’affidabilità nel perseguirli, in sostanza il cosiddetto campo giusto che ha individuato di recente lo stesso Presidente Giuseppe Conte, e sul quale mi sembra sia al lavoro anche il Governatore Michele Emiliano. Dopotutto, era già lo schema della coalizione Ecosistema Taranto nel 2022, che si è dimostrato efficace, specie se ben fondato sui programmi invocati dagli elettori, e potrebbe essere la piattaforma da rilanciare in vista della prossima riforma degli enti provinciali”.
AC