Cocaina nel carcere di Trani, non è la prima volta
In una sconcertante scoperta, il carcere di Trani ha fatto i conti con l’ennesimo tentativo di introdurre sostanze illecite all’interno della struttura penitenziaria. Il Segretario Nazionale del SAPPE, Federico Pilagatti, ha reso noto il comunicato stampa che rivela i dettagli di un incidente avvenuto lo scorso 8 ottobre.
Domenica scorsa, il magistrato di sorveglianza aveva concesso un permesso “premio” a 23 detenuti al fine di partecipare al Giubileo presso il santuario “Madonna delle Grazie”. Nonostante la festività, il personale di sorveglianza ha mantenuto alti standard di vigilanza, dimostrando grande professionalità e sagacia.
Le difficoltà operative, costantemente affrontate dal SAPPE, sindacato autonomo della polizia penitenziaria, non hanno impedito ai pochi agenti di servizio di sventare questo ennesimo tentativo di violazione delle norme detentive. Il carcere di Trani, tra i più affollati della regione e del paese, si trova ad affrontare una situazione critica a causa della carenza di personale e dell’alto tasso di sovraffollamento.
Quest’ultima operazione segue il ritrovamento di telefoni e sostanze stupefacenti in altre carceri della regione, evidenziando una preoccupante tendenza diffusa. Sebbene la droga sia stata rinvenuta su un solo detenuto, non è escluso che fosse destinata ad altri individui all’interno della struttura.
Questo episodio solleva interrogativi sul reale processo di reinserimento dei detenuti, che sembrano comportarsi correttamente per ottenere benefici legali, ma che poi, una volta all’interno, cedono alla tentazione di violare la legge.
Ancora più sconcertante è il fatto che durante un evento così significativo come il Giubileo presso il santuario della Madonna delle Grazie, i detenuti abbiano dedicato più tempo a procurarsi droga che a pregare per un futuro di speranza e redenzione.
Il SAPPE conclude ringraziando i coraggiosi e sacrificati poliziotti del carcere di Trani, che hanno evitato un ulteriore oltraggio alla legalità e alle istituzioni. La vicenda pone l’accento su una serie di problematiche strutturali che richiedono un intervento urgente da parte delle istituzioni competenti per garantire la sicurezza e il corretto processo di reinserimento dei detenuti all’interno del sistema penitenziario.