Adesso i sindacati si sono arrabbiati: Manifesti 6×3 a Taranto contro la Morselli

I sindacati Fim Cisl, Uilm e Fiom Cgil hanno proclamato uno sciopero che si terrà il prossimo 28 settembre per protestare contro la situazione critica dello stabilimento di Taranto. Inoltre, hanno diffuso manifesti di dimensioni 6×3 in diverse zone della città, nei quali attribuiscono a Lucia Morselli i pessimi risultati registrati da Acciaierie d’Italia.
I metalmeccanici tarantini hanno deciso di personalizzare la contestazione contro l’Amministratore Delegato dell’azienda, ritenendola l’unica responsabile della precarietà che il complesso industriale di Taranto sta affrontando da anni.
La gestione di Morselli, che vede lo Stato italiano come uno dei principali azionisti, è ora al centro di accese critiche. I sindacati denunciano un “minimo storico di produzione mai raggiunto dalla nascita dell’ex Ilva”, un “utilizzo massiccio della cassa integrazione e assenza di programmazione di manutenzione ordinaria e straordinaria”, oltre a “nessuna prospettiva ambientale e industriale per il rilancio produttivo del sito nonostante i cospicui finanziamenti pubblici ricevuti” e la mancanza di un “piano industriale” concreto.
La protesta, oltre a trovare espressione nello sciopero del 28 settembre, si manifesta anche attraverso una massiccia campagna di affissioni in città. L’obiettivo è chiaro: sensibilizzare l’intera comunità tarantina riguardo alla gestione dell’azienda e attribuire a Morselli una pesante responsabilità nella difficile situazione che sta attraversando lo stabilimento.
I metalmeccanici sono stati convocati dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, per una riunione che si terrà il 27 settembre alle 13. L’obiettivo dell’incontro è esaminare dettagliatamente la situazione di Acciaierie d’Italia.
In attesa di sviluppi, la città di Taranto è chiamata a esprimere la sua solidarietà nei confronti dei lavoratori e a riflettere sulla gestione attuale dello stabilimento, elemento cruciale per l’intera comunità e per l’industria nazionale.