Taranto – Progetto “Terra e Mare da Salvaguardare”
“Terra e Mare da Salvaguardare” per la Città Vecchia e i Tamburi
L’Associazione “Marco Motolese” torna a occuparsi dei due quartieri di Taranto in cui bellezza e disastro ambientale si incontrano: l’isola della Città vecchia, la zona più antica che trasuda storia da ogni pietra e il rione Tamburi.
A queste due realtà è dedicato il nuovo progetto “Terra e Mare da Salvaguardare” Earth – Sea to safeguard” che è stato presentato in conferenza stampa presso la Biblioteca “Marco Motolese” al Quartiere Tamburi.
Iniziando Carmen Galluzzo, presidente dell’Associazione culturale e di volontariato “Marco Motolese”, ha ricordato come già nell’ormai lontano 1995 avesse pubblicato il libro “Il mio quartiere i Tamburi Conoscere per Amare per Rispettare” che narra la storia del quartiere, realizzato con gli insegnanti e gli alunni della scuola “De Carolis.
Oggi Associazione Culturale e di volontariato “Marco Motolese” ha ideato e promosso il nuovo progetto “Terra e Mare da Salvaguardare”, del quale è capofila, con partner l’Associazione ArmoniE ODV, presente in conferenza il presidente M° Alma Di Gaetano, e gli Istituti Comprensivi “Galilei-Giusti” e “Vico-De Carolis”, presenti in conferenza i rispettivi dirigenti Antonietta Iossa e Vania Lato.
Il progetto si avvale del patrocinio del Comune di Taranto e della Provincia di Taranto, e della collaborazione del Club per l’Unesco di Taranto, del Cnr Taranto, del Irsa-Cnr Bari e dell’Aps Optima Fabrica, e con media partner Ora Quadra.
Il Progetto Terra e mare da salvaguardare” è sostenuto dal Fondo per il finanziamento di progetti e attività di interesse generale nel Terzo Settore (artt. 72 e 73 n. D.Lgs. n. 117/2017) – Avviso PugliaCapitaleSociale 3.0.
Il progetto realizzerà, per un lungo periodo, un intervento attivo sul territorio per raggiungere diversi obiettivi, tra i quali lo sviluppo e il rafforzamento della cittadinanza attiva, della legalità e della corresponsabilità attraverso la tutela e valorizzazione dei beni comuni, nonché la crescita della cultura del volontariato, in particolare tra i giovani.
I veri protagonisti del progetto, infatti, saranno i ragazzi della Città vecchia e del Quartiere Tamburi che, in collaborazione con le istituzioni, le associazioni, gli enti locali e la rete progettuale, verranno coinvolti in attività che possano renderli “attori” del proprio contesto territoriale, della propria comunità e del proprio periodo storico.
Così i ragazzi si impegneranno ad ampliare la “Biblioteca del Mare” dell’Associazione Marco Motolese, presso Ketos in Città vecchia, e faranno ricerche storiche nella Biblioteca Marco Motolese nel quartiere Tamburi fornita di 30.000 libri.
A loro favore, inoltre, saranno organizzati seminari e convegni sul tema “Earth – Sea to safeguard” e verranno attivati incontri nelle scuole con la presentazione di libri, e non solo, merende culturali nella Biblioteca Marco Motolese, tutte attività rivolte ai ragazzi e ai loro genitori e ai cittadini in cui verrà raccontata la storia del territorio e del mare di Taranto.
Infine verrà attivato un information point in Facebook, e una newsletter per informare la cittadinanza delle varie iniziative sul territorio e ricevere eventuali segnalazioni di disagio, bisogno ambientale e/o sociale.
I ragazzi diverranno così veri e propri guardiani del territorio guidati da un coordinatore e grazie alla collaborazione con équipe qualificate, con le istituzioni e gli enti locali del terzo settore.
Il progetto, inoltre, si propone come obiettivo la promozione e la salvaguardia delle aree ambientali, interventi e servizi finalizzati al miglioramento delle condizioni dell’ambiente e all’utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali.
In questo senso particolare attenzione sarà dedicata alla conoscenza del nostro mare e salvaguardia dei suoi beni naturali nonché conoscenza di archeologia marina e percorsi di salvaguardia della Pinna Nobilis.
Un’azione del progetto prevede di liberare i terreni dai metalli pesanti piantando una serie di pioppi sotto forma di talee che in poco tempo, grazie al cosiddetto “Fitorimedio”, possono costituire una possibilità per il futuro del nostro territorio.