Policlinico di Bari intervento chirurgico su patologia rara: operata con successo una ragazza di 15 anni
Policlinico di Bari intervento chirurgico su patologia rara: operata con successo una ragazza di 15 anni Tutto parte con un sintomo acuto, magari una fitta improvvisa. Ma a lungo andare il dolore si trasforma in qualcosa di più importante. Malattie come artrosi, mal di schiena, algodistrofia e fibromialgia, hanno un impatto significativo sulla qualità della vita di pazienti e a lungo andare toccano non solo il corpo, ma anche le relazioni sociali e l’equilibrio psicologico.
Scoperta in una ragazza di 15 anni una malattia congenita rara. La ragazza soffriva da tempo di mal di schiena cronico causato dalla presenza di una rara cisti aneurismatica vertebrale invalidante e degenerativa.
Policlinico di Bari intervento chirurgico su patologia rara: operata con successo una ragazza di 15 anni
In data odierna gli specialisti di Chirurgia del Policlinico di Bari, sono intervenuti con un intervento operatorio, complesso della durata complessiva di 12 ore effettuato con successo.
“Anche se si tratta di una forma di neoplasia benigna, la cisti aneurismatica vertebrale in quei rari casi in cui interessa sia il corpo vertebrale che l’arco posteriore, può anche dare deficit midollari. All’ingresso la ragazza era neurologicanente asintomatica ma sapevamo che da un momento all’altro tutto sarebbe potuto cambiare” – spiega il dottor Andrea Piazzolla, responsabile della unità operativa di Chirurgia Vertebrale che ha preso in carico il caso. Superata la fase post operatoria, dopo alcuni giorni la paziente non ha più riscontrato problemi neurologici ed è stata dimessa.
“Un caso apparentemente banale – dichiara il prof Moretti – che ci permette di apprezzare la grandezza del nostro ospedale, l’unico del sud Italia con chirurghi vertebrali ortopedici e neurochirurghi pronti ad intervenire h24 ma soprattutto uno dei pochi dotato di una neuroradiologia con competenze tali da poterci permettere di curare pazienti come questa ragazza, perché senza l’embolizzazione forse i nostri chirurghi non avrebbero portato a casa lo stesso risultato“.