Puglia – I malati del gioco d’azzardo – non chiamatela ludopatia

Puglia – I malati del gioco d’azzardo non chiamatela ludopatia. Non solo gratta e vinci, enalotto, superenalotto che promettono milioni, ma tutto il mondo costellato da sale slot, sfide online, scommesse live su partite, motogp, F1, Nba. La fascia che gioca più soldi è quella fra i 25 e i 34 anni. Ma a giocare d’azzardo è il 25% degli over 65, uno su quattro, il 16%. Più uomini che donne. Il maggior numero fra i 40 e 50 anni. Ma con una quota preoccupante tra i 20 e 28 anni, e anziani di 75 anni. Sappiamo, infatti, che nel 2019 la spesa nella regione è stata superiore dell’1,9% rispetto all’anno precedente, per un totale pari ad 1,11 miliardi di euro. La spesa più cospicua ha interessato Bari e a seguire Taranto. Da allora nessun dato ufficiale, ma il problema resta e forse aumenta con la crisi. La speranza di una vincita è sempre una soluzione ai problemi economici delle famiglie.

Puglia – I malati del gioco d’azzardo – non chiamatela ludopatia
Ma non chiamiamola ludopatia. Il gioco è svago, gioia. I bambini giocano e sono felici. Questo male oscuro che finisce con il fagocitare qualsiasi altro aspetto della vita si chiama dipendenza patologica da gioco d’azzardo. L’allarme è ormai noto, ma il fenomeno è in brusca crescita.
A trovarsi nel labirinto del gioco problematico è il 20% dei giocatori che compra un gratta e vinci o entra in una sala di slot e di bingo, che non si accontenta mai, che gioca e rigioca, che non resiste all’impulso di giocare, ma pensa subito alla prossima scommessa, a come investire in un nuovo azzardo i soldi cascati dalla macchina degli inganni. È poi il 10% di questi giocatori problematici ad entrare nella gabbia della dipendenza. E di questa percentuale solo un 3% ha il coraggio o avverte il bisogno disperato di rivolgersi al Serd.
Sono state però le slot machine ad aver fatto esplodere il gioco d’azzardo