Il Mare Sostenibile.
Area Marina protetta Porto Cesareo
Il Mare Sostenibile.
A Porto Cesareo, località della costa jonica nella provincia di Lecce, si trova uno dei più entusiasmanti e meglio riusciti progetti, di valorizzazione delle aree marine protette, che si possa trovare oggi in Italia.
Parliamo di un Parco che segue la costa per 32 Km con un’estensione di oltre 17.000 ettari di superficie marina tutelata. Proveremo a raccontarvi di questa realtà molto apprezzata, grazie soprattutto al prezioso aiuto del Prof. Paolo D’Ambrosio, Direttore con funzione dirigenziale dell’intera Area. Lo troverete spesso citato, con stralci della lunga intervista che ci ha concesso.
Zone sabbiose, scogli affioranti, isolotti, ma anche zone balneari, centri abitati e porti di pescatori, un insieme molto eterogeneo, che riesce a raggiungere un equilibrio grazie al Consorzio dell’Area Marina Protetta di Porto Cesareo.
“Le Aree Marine Protette, sono il sistema di protezione più importante che esiste in Italia, esistono circa 30 AMP, quella di Porto Cesareo ne fa parte già dal 1998”
Quello del Consorzio però, è un sistema di protezione che mira alla sinergia, fra tutte le parti in causa con “un uso sostenibile della risorsa Mare, quindi non proteggere la biodiversità vietando” ogni genere di attività, ma mettendola in mostra e preservandola per le generazioni future.
Da quello che ci racconta il professore, nella gestione di quest’area, la difficoltà maggiore è appunto, quella di far coesistere tutti questi sistemi insieme, ed al tempo stesso preservare la ricchezza di questi fondali. “E’ una delle AMP più grandi d’Italia, comprende il Comune di Porto cesareo e parte del comune di Nardò – al momento è in corso una procedura di ampliamento – si estende sino a 6 o 7 miglia dalla costa”
L’intera Area è suddivisa in zone, nella zona A si fa ricerca, ed è quindi vietata qualsiasi altra attività, (ma questa ricopre solo l’1% dell’intera superficie) chi va per mare distingue facilmente il perimetro di queste zone, ben delimitate da grandi boe gialle.
La balneazione è possibile senza restrizioni su quasi tutta la costa, ma le altre attività devono essere sempre autorizzate preventivamente. Il Consorzio di fatto è un ente pubblico, che si occupa del monitoraggio, e grazie ad un decreto del Ministero, ha pieni poteri nell’intera area, fungendo di fatto come riferimento per tutte le attività che si svolgono al suo interno.
“Torre Lapillo, Torre Chianca – ma anche le altre torri lungo la costa – sono tutte gestite dal Consorzio. Torre Lapillo è diventata un centro per l’educazione ambientale, Torre Chianca invece, un centro di esperienza” è infatti possibile fare delle immersioni virtuali grazie a dei visori, e poter osservare il fondale o i resti archeologici come ci si stesse immergendo realmente.
Queste Torri torneranno nella nostra chiacchierata con D’Ambrosio, vale la pena quindi, dare una veloce rinfrescata alla loro storia. Il Salento è di fatto una lingua di terra che sia allunga nel mare, terra nella quale si sono succedute molte dominazioni, minacciate come è evidente sopratutto dalle incursioni via mare. Si è reso utile quindi, ergere queste torri a scopo di osservazione, contro le invasioni dei Saraceni in epoca romana, poi è arrivata la ristrutturazione e l’ammodernamento sotto Federico II di Svevia. In fine, dopo la tragica invasione Turca del 1480, il viceregno spagnolo di Napoli, decise di realizzare un sistema di avvistamento lungo tutta la costa, erigendo ulteriori torri.
Sono uno degli elementi distintivi della costa, e parte integrante dell’intero paesaggio, negli ultimi decenni sono state restaurate, ed in alcuni casi infuse di una nuova vita.
Torniamo alla nostra Area Marina Protetta. Sul fondale sono presenti anche dei reperti archeologici, che si possono ammirare in realtà virtuale, come detto, ma anche con immersioni più tradizionali con muta e bombole. La sinergia con l’Università, non solo del Salento è quindi imprescindibile. Il Professore ci racconta di un mutuo scambio, di conoscenze e di tecnologie fra il Consorzio e le Università di mezza Italia, della mappatura dei fondali marini e dell’intenzione di rendere alcune aree, Parco archeologico di rilevanza Nazionale.
Nell’Area Protetta è presente anche una Marineria di Piccola Pesca tra le più grandi i d’Italia, “Porto Cesareo nasce come borgo di pescatori, operano quattro cooperative di pesca – parlando di piccola pesca – è una delle flotte più grandi d’Italia”
“Abbiamo diversificato la filiera, andando a promuovere il pesca-turismo”. Una serie di finanziamenti molto allettanti, che hanno convinto i pescatori, a riconvertire le proprie barche nei mesi estivi. Le imbarcazioni vengono sistemate in modo da accogliere i turisti, i pescatori fungono da guide ed accompagnano i turisti in piccole battute di pesca a bolentino. Il pesce poi viene cucinato a riva mentre gli ospiti fanno il bagno, ed il tutto termina con un’ottima cena di pesce azzurro, pescato da loro stessi e ad impatto zero. Vengono anche serviti ottimi vini delle aziende locali, in un clima di convivialità, fra i racconti dei pescatori e della loro vita per mare.
Tutto sicuramente molto suggestivo, un’esperienza che ci fa vivere da protagonisti il mare, ma come ci tiene a precisare il Professore, grazie a questa iniziativa, decine e decine di chilometri di rete non vengono calate in mare e di conseguenza molte specie vengono preservate. In più, i pescatori, hanno l’occasione di creare un’attività piuttosto remunerativa che è ormai diventata una imprescindibile fonte di reddito.
Un altro virtuosissimo esempio di integrazione con le attività commerciali, è legata a quella dei famosi lidi balneari di questo litorale. D’Ambrosio è riuscito a destagionalizzare queste attività, facendole incontrare con le realtà sportive del windsurf e del kitesurf. Queste zone infatti, sono sempre state note per il vento, e per un tipo particolare di onda, piuttosto ricercata tra gli amanti di questi sport.
“Adesso ci sono alcuni stabilimenti che lavorano tutto l’anno, d’estate fanno servizio per il turismo balneare, e d’inverno per coloro che fanno sport acquatici”
Con questa quantità di persone e di attività che gravitano intono alla riserva, qualcuno potrebbe formarsi l’idea che lo stato della fauna e della flora sottomarina, siano appese ad un filo piuttosto sottile.
In realtà invece, come ci spiega D’Ambrosio, ogni fattore di rischio, viene strettamente monitorato.
L’aumento del numero dei pesci serra o di specie aliene, le maglie e la lunghezza delle reti dei pescatori vengono regolate per consentire una pesca sostenibile, e la pesca di frodo viene colpita in maniera sistematica.
Sulle vecchie torri, a cui si accennava prima, è stato montato un sistema di sorveglianza intelligente, che riconosce le infrazioni ed avverte la sala di controllo nel caso qualcuno attraversi le aree protette. Con questo sistema è stata già smantellata, in collaborazione con la Guardia di Finanza, un’organizzazione criminale, che raccoglieva dai fondali, tonnellate di Oloturie da rivendere sui mercati asiatici.
In questi fondali c’è molto da proteggere, dagli ambienti di grotta, all’ambiente coralligeno (potete immaginarlo come una specie di barriera corallina, ndr), la Poseidonia. Tutti ambienti fondamentali per la vita di molte specie come ad esempio il Sarago o la Cernia.
Qui viene ormai a nidificare sistematicamente la Caretta Caretta, tartaruga simbolo del rispetto del mare e dell’urgenza verso un comportamento etico e sostenibile.
Per chi ci è stato e la conosce bene, o per chi si è fatto raccontare nel dettaglio tutte le sue sfaccettature, questo posto sembra avvolto da un particolare incanto, come se tutto funzionasse con un meccanismo ad orologeria. “Io sono un ricercatore, i ricercatori hanno una grande passione per ciò che fanno, ho sempre studiato il mare, mi occupo di fondali marini, però poi ti accorgi che ti dimentichi di tutte le altre categorie che lavorano a contatto con il mare”.
Il concetto di sostenibilità, qui, viene applicato a tutte le categorie in campo, in prima istanza ci sono sicuramente il Mare e le specie marine che lo abitano, ma senza trascurare i pescatori, le attività ricettive, gli sportivi e tutti coloro che vivono e, a loro modo, amano il mare.
Questa riserva è una risorsa per tutti, un modello virtuoso, in grado sia di preservare se stessa che di modificarsi, senza sconvolgere gli equilibri al proprio interno. Vivere la vita di tutti i giorni in perfetta armonia con il mare è possibile.
Carlo Sindaco
Cretis: Prof. Paolo D’Ambrosio – dirigente responsabile Consorzio AMP Porto Cesareo –
Gianluca Romano – Photo –