Come si vaccineranno i pugliesi
L’Italia e, per quanto ci riguarda la Puglia, si stanno preparando a seguire a ruota gli inglesi nel vaccino di massa. Non siamo nuovi a queste situazioni. Per quanto riguarda Taranto, avvenne qualcosa di simile nel ’73, periodo in cui fece capolino il colera. Allora fu una fatto assolutamente Meridionale che coinvolse solo la Campania. La Puglia e la Sardegna. Non si trattò di una viremia ma di una batteriemia causata dal “vibro cholerae. Allora si sollevò anche una questione meridionale, in cui il Nord ci sbeffeggiò, pur essendo noi completamente non responsabili, in quanto il vibrione fu importato dalle cozze tunisine che già da allora imperversavano nel nostro stivale. I Tarentini allora, questione meridionale a parte, si incolonnarono, con la santa pazienza, nei posti più disparati, perché non si parlava ancora di logistica. Il Governo e la Regione, sono già in ritardo per presentare un piano vaccinale ben articolato, dovuto anche al fatto che il primo vaccino che arriverà, quello della Pfizer, deve essere conservato a – 80°. Stavamo proprio pensando ad allora per capire come reagiranno i nostri cittadini a questa novità.
Avevamo comunque già scritto sul corona virus la scorsa settimana e, in particolare, sui tamponi. Affronteremo ora, un altro periodo che si avrà a breve e cioè le scelte sui tanti vaccini che si sono affacciati, nella ribalta della ricerca scientifica. E’ di pochi giorni fa la polemica sollevata dal professor Crisanti, sul fatto che lui, il vaccino, non lo avrebbe fatto, senza conoscerlo. Prima di lui, a dir il vero, si sentirono le stesse perplessità di un altro guru della scienza nostrana, quello che personalmente ho sempre reputato uomo di un’integrità etica, morale, scientifica unica e cioè del farmacologo Silvio Angelo Garattini. Forse per i suoi 91 anni, non determinò scandalo dicendo che sui vaccini avrebbe voluto, vederci più chiaro. Le perplessità dei due professori, in verità, sono anche le mie e credo anche le vostre, soprattutto di quelli che non conoscono la materia. Spero di farvi cosa gradita a darvi, per quanto possibile una minima conoscenza, affinché sappiate fra poco le “scelte obbligate” che dovremo affrontare. Al tempo del colera, nessuno rifiutò di inocularsi il vaccino, come neanche di rifiutare le vaccinazioni trivalenti nei bambini o lo zuccherino antipolio di Sabin, che hanno debellato definitivamente pericolose malattie infettive. Negazionisti, terrapiattisti, no vax, sui media e soprattutto sui social, hanno messo la pulce nell’orecchio a molti, sull’inutilità e la pericolosità dei vaccini, alimentati da fake news, da migliaia di contraddittori radiotelevisivi, di gente assolutamente non qualificata a parlare, se non nell’ambito di una cucina, di un ristorante o di un social. Sono quattro i vaccini principali sino ad ora presenti sul mercato. Il primo ad apparire è stato quello Russo, lo Sputnik V, seguito da Pfizer, da Moderna ed in ultimo il quasi nostro Astra Zeneca. Vediamo in ordine di apparizione il loro meccanismo di azione, tradotto in “pillole”.
Sputnik V
Il vaccino è composto come la navicella spaziale, ha due vettori adenovirali umani. Contiene informazioni sul rivestimento proteico esterno del virus, sulle famose punte che formano la sua corona che verrebbero disattivate dai vettori adenovirali e questo, non permetterebbe al cov 2 di penetrare più nel corpo umano e quindi la possibilità di contrarre l’infezione. Avrebbe una risposta immunitaria stabile e duratura, per la valida risposta anticorpale che i due vettori determinerebbero. Vaccino a basso costo ma il prezzo non è stato ancora diramato. Non credo però che potrà interessare la nostra popolazione per la nota idiosincrasia verso la Russia che l’Europa e l’Occidente in genere ha. Abbiamo importato da questo paese ,solo la peggiore ideologia comune
Pfizer e Moderna
Fanno parte di quei vaccini RNA. Hanno lo stesso meccanismo di azione per cui li tratterò insieme.
Utilizzano, per agire, la stessa sequenza del materiale genetico del virus, ossia l’RNA che è il messaggero per costruire le molecole del virus (albero della vita). L’obiettivo è scatenare contro questa proteina una reazione immunitaria che nel caso di questo virus è la famosissima proteina SPIKE, l’artiglio con cui il corona, attacca le nostre cellule nei siti ACE2.Appena l’organismo riconosce le cellule estranee, vengono prodotte, cellule B, le vere produttrici di anticorpi e le cellule T, distruttrici delle cellule infette. Il costo varierà tra i 22 ed i 28 euro a dose, con problemi, solo per la Pfizer della conservazione a -80° centigradi e quindi della logistica. L’Europa ne ha già ordinato per svariati milioni di euro e saranno i primi che arriveranno in Italia.
Astra Zeneca
Il vaccino a cui ha contribuito anche l’Italia. Questo è un vaccino tradizionale che agisce modificando la genetica del virus a livello degli SPIKE, indebolendolo e che quindi, non è più in grado di infettare l’uomo, scatenando una valida risposta immunitaria anticorpale. Costo 2,80 euro, senza alcun problema per il trasporto e la conservazione.
Quale usare?
Difficile dirlo, anche per gli addetti al settore. Da medico per il meccanismo di azione preferirei il vaccino russo e l’ultimo descritto, in quanto non influiscono direttamente sull’RNA e diciamo che quello Italiano è più tradizionale, ma non si sa quando sarà disponibile. Ma alla fine, nella situazione in cui siamo, ci sarà poco da poter scegliere. Certamente i tarantini faranno bene a vaccinarsi perché già tormentati dal pericolo inquinamento, potrebbero trovarsi presto in palese difficoltà.
Dott. Giuseppe Varlaro