Manduria, l’ospedale è in emergenza
Lanciata una petizione per il “Giannuzzi”, prossimo al collasso per mancanza di medici. Danni sanitari per tutti i centri dell’arco jonico.
Il “Giannuzzi”, «un parente lontano trascurato dalla Regione». Così si può definire l’ospedale di Manduria, da sempre punto di riferimento dell’intera fascia orientale jonica, quindi per molti centri delle province limitrofe e delle centinaia di migliaia di turisti e pendolari che in estate affollano la costa.
Pare che di questo particolare non se ne curi molto la Regione, tant’è che nell’ultimo decennio i tagli e la diminuzione di letti e reparti, decisa più sotto il profilo politico e burocratico che in base alle necessità dell’utenza, ha fatto sì che il nosocomio manduriano venisse classificato come struttura di base.
Dopo le decine di manifestazioni e di proteste inscenate nel tempo, oggi un gruppo di pazienti e diparenti degli stessi ha deciso di raccogliere le firme ed indirizzare una petizione al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano; al direttore generale della ASL di Taranto, Stefano Rossi; al sindaco di Manduria, Gregorio Pecoraro, per mezzo della quale viene espressa preoccupazione per la situazione sanitaria del “Giannuzzi” che presenta tutta una serie di criticità.
A tal proposito, riportiamo qui di seguito alcuni essenziali passaggi della petizione in questione. «Quando si è costretti per urgenti necessità di salute a recarsi al pronto soccorso si tocca con mano la stanchezza dei pochi medici che, pallidi ed affaticati, si muovono da una stanza all’altra per cercare di rispondere alle richieste dei pazienti e portare sollievo alle loro sofferenze ma la stanchezza che le si legge negli occhi indebolisce la capacità di affidarsi al curante e spesso si chiedono se non saranno presto vittime di qualche errore legato a questo andamento ormai cronico».
Viene altresì sottolineata nel documento la carenza di personale ormai cronica, mentre il servizio di radiologia che dispone di solo 3 medici rischia di rimanere senza personale, in quanto i tre professionisti pare abbiano deciso di prestare servizio in strutture private.
«Le stesse considerazioni – prosegue la petizione – valgono per altri reparti dello stesso presidio ed in particolare per quello di cardiologia, dove sono disponibili solo 3 medici che devono coprire tutti i turni ed è palese che lavorano in preda ad una costante sensazione di vero e proprio soffocamento, perché oltre a dover rispondere alle richieste di consulenza degli altri reparti (pronto soccorso compreso) e a quelle di assistenza dei pazienti cardiologici ricoverati, sono soggetti a turni che, si immagina, non permettano loro neppure di recuperare le energie fisiche, azzerando completamente la loro vita privata ed esponendosi a danno psico-fisico grave».
La petizione prosegue «è lecito chiedersi come si possa andare avanti così e per quanto tempo ed è evidente che è un’urgenza improcrastinabile affiancare altri medici a quelli del pronto soccorso, della cardiologia, della radiologia e degli altri reparti».
Un appello viene poi lanciato dagli utenti in questione anche al neo eletto sindaco Gregorio Pecoraro, in qualità di autorità sanitaria locale, affinché si occupi dell’annoso problema “Giannuzzi” anche promuovendo qualche iniziativa; al presidente Emiliano viene chiesto, conclude la petizione, «di intervenire per trovare le giuste soluzioni assieme al direttore generale della ASL di Taranto, mentre ad Emiliano viene fatto notare che la messa in opera dell’ospedale “San Cataldo” di Taranto (giusta e meritoria decisione) non risolve e non risolverà le criticità esposte, se questo territorio sarà abbandonato a s3 stesso senza una struttura che possa funzionare da «postazione intermedia» atta a garantire alle persone dello stesso territorio di raggiungere in sicurezza tali nosocomi più grandi e più attrezzati».
Gianluca Ceresio