Promosso il loro uso
La psicologa Russo controcorrente: “Lasciare i bimbi davanti ad un tablet non lo reputo diseducativo, anche loro hanno bisogno di ricaricarsi!”
Bimbi che a 3 anni ancora non parlano e molto spesso manifestano atteggiamenti aggressivi. Disturbi di cui si sente parlare sempre più spesso. Chi è genitore molte volte ha a che fare con questo problema ma non sa a chi rivolgersi per aiutare i propri figlioli. Le figure chiamate in causa sono logopedista e psicologo. E Proprio a loro abbiamo contattato per ricavare qualche consiglio utile se ci troviamo a gestire una simile situazione e soprattutto quando è il caso di parlare di disturbo e intervenire. La logopedista in questione, esperta in neuropsicologia dell’Età Evolutiva, è Elvira Azzali, responsabile per OSMAIRM srl, dei Centri RAGGIO di SOLE – SOS Dislessia con sede in Taranto, Laterza e Martina Franca. La psicologa di riferimento, invece, si occupa di disturbi del neurosviluppo e neurodiversità, in particolare è esperta di Disturbo da deficit d’attenzione e iperattività (ADHD). Attualmente è socio della Cooperativa Sociale Focus 125 che si occupa di diagnosi e riabilitazione delle neurodiversità. Insieme ad un’equipe formata da psicologi, psicoterapeuti, educatori, pedagogisti e tecnici ABA, fa fronte alle difficoltà che una famiglia vive, dal momento della diagnosi alla riabilitazione. Parallelamente è Referente Scientifico dell’Associazione A chiare lettere onlus, che si occupa di doposcuola specializzato. A questo punto entriamo nel vivo della questione e ascoltiamo gli esperti
Dottoressa Azzali, bimbi che presentano un ritardo nel linguaggio sempre più frequente.. Quando è il caso di preoccuparsi?
È bene da subito precisare che esiste una differenza sostanziale da tenere a mente: parlare di Ritardo di Linguaggio non vuol dire in assoluto identificare un Disturbo Primario di Linguaggio tuttavia, è sempre bene non sottovalutare il problema per evitare che possa avere ripercussioni successive sugli apprendimenti scolastici o parimenti sulla sfera emotivo-relazionale del bambi!
… Tenendo conto che esiste grande variabilità inter-individuale (ogni bambino ha i suoi tempi!) e che l’acquisizione del linguaggio è fra le cose più difficili che un essere umano fa nel corso della sua vita, è necessario monitorare, senza inutili ansie, lo sviluppo delle abilità di linguaggio attraverso l’osservazione di semplici precursori.
Quando si parla di disturbi del linguaggio?
I Disturbi Primari di Linguaggio possono manifestarsi con un ritardo nella comparsa delle singole parole, con alterazioni nella produzione di suoni linguistici, con difficoltà a livello lessicale (parole che il bambino usa e comprende) o nel formulare una frase.
Quali sono i campanelli d’allarme a cui i genitori devono prestare attenzione…
Esistono alcuni campanelli d’allarme –individuati dalla comunità scientifica- che correlano con il Disturbo, questi sono:
- 5-10 mesi assenza di lallazione (la-la, ma-ma… sono le prime sillabe ripetute in serie dal bambino)
- 12-14 mesi assenza di gesti (per indicare o fare delle richieste)
- 12 mesi mancata acquisizione di schemi d’azione con oggetti
- 18 mesi vocabolario inferiore a 20 parole
- 24 mesi vocabolario inferiore a 50 parole
- 24-30 mesi assenza o presenza ridotto di gioco simbolico (giocare alla maestra o a fare la mamma)
- 24-30 mesi ritardo nella comprensione di ordini non contestuali
- 30-40 mesi ridotta presenza di gioco simbolico
- Dopo i 30 mesi persistenza di idiosincrasie
Già nel corso del bilancio di salute il Pediatra può monitorare lo sviluppo delle abilità di linguaggio osservando l’emergere dei prerequisiti. In caso di situazioni di rischio, può orientare la famiglia consigliando una valutazione logopedica (senza aspettare!) poiché fra i 36 mesi e i 5 anni il disturbo finisce per stabilizzarsi.
Naturalmente andranno escluse problematiche che potrebbero intervenire sullo sviluppo del linguaggio (ad esempio difficoltà uditive) accanto alla consulenza del Logopedista è fondamentale dunque il parere del Neuropsichiatra Infantile.
Spesso, la famiglia rileva le difficoltà di linguaggio con l’inserimento alla Scuola dell’Infanzia, in questo periodo sono direttamente le Insegnanti a segnalare o -più semplicemente- i genitori notano uno sviluppo differente dai pari età e, per così dire, prendono coscienza del “problema”.
In che modo influisce su questo ritardo l ‘uso smodato di tablet, cellulari e altri strumenti tecnologici
L’uso di device non è di ostacolo all’apprendimento del Linguaggio né tantomeno è causa dell’instaurarsi di un disturbo. Fin dalla nascita l’essere umano ha già attivi circuiti cerebrali specializzati che lo predispongono al linguaggio tuttavia, sappiamo bene che “parlare” non è solo produrre dei suoni dotati di un significato convenzionale ma altresì capacità di interazione con l’altro. L’uso smodato di apparecchiature tecnologiche ostacola se mai l’evoluzione corretta di abilità sociali e intersoggettività, i bambini hanno sempre meno occasioni per sperimentare se stessi in relazione agli altri.
Questa, la risposta della logopedista Azzali ma ci piace sottolineare che di parere simile è la psicologa, Eleonora Russo che risponde così: “Mi piacerebbe lanciare una provocazione, forse un po’ controcorrente. I genitori che seguo sanno bene che non disdegno l’uso dei dispositivi elettronici per diversi motivi.
Innanzitutto i bambini di oggi sono costantemente occupati, svolgono diverse attività sportive, fanno i compiti, vanno a catechismo, in ludoteca, sono sommersi da giochi ecc., per questo lasciarli davanti ad un tablet non lo reputo diseducativo, anche i bambini hanno bisogno di ricaricarsi!
Inoltre, quasi tutti i cartoni di oggi hanno uno scopo educativo, alcuni insegnano una morale, altri insegnano l’alfabeto, parole in inglese, diversamente dal nostro “Pingu” o “Paperino” con un disturbo del linguaggio evidente. I bambini apprendono il linguaggio anche tramite modellamento, ovvero ascoltando e ripetendo. Questo non significa che l’interazione con i pari o con gli adulti non serva, anzi, ma è importante tenere presente che un disturbo del linguaggio non può essere dovuto all’uso di dispositivi elettronici. Ci sono diversi fattori che intervengono.
Pensiamo anche al fatto che nei disturbi dell’apprendimento il tablet e il cellulare diventano spesso degli strumenti compensativi che aiutano i ragazzi ad apprendere!
In ultimo vorrei rivolgere un pensiero ai genitori, che hanno il compito più arduo, quello di educare. Se un genitore ha bisogno di un’ora per sè, piuttosto che per il lavoro, piuttosto che con gli amici a cena, non reputo l’utilizzo del cellulare controproducente. Preferisco avere un genitore ricaricato e calmo per insegnare qualcosa in più al figlio, piuttosto che un genitore che tiene costantemente attivo il figlio ma non si prende del tempo per sé. È ovvio che l’abuso dei tablet/cellulari/tv, come di qualsiasi cosa, è dannoso!”
Dottoressa Azzali, quale intervento adottare contro l’attaccamento morboso a questi strumenti
Personalmente non condanno l’uso dei device, in taluni casi sono una risorsa preziosa (si veda ad esempio il supporto allo studio o alla comunicazione alternativa). Credo che un genitore possa concederne l’uso entro certi limiti che vanno stabiliti direttamente con il bambino. Individuare il momento della giornata in cui è possibile utilizzarli e stabilire un tempo scandito da un timer facilita il rispetto delle regole da parte del bambino. Preciso che, le regole sono regole sempre!… I genitori devono ricordare che basta un’eccezione per far passare al bambino il messaggio che le regole possono essere irrimediabilmente infrante.
Alla nostra preziosa amica psicologa Russo, invece, chiediamo qualche consiglio pratico per un genitore
Innanzitutto invito i genitori a fidarsi del proprio istinto, quando una mamma nota una difficoltà ha sempre ragione. Rivolgersi ad uno specialista è la parte più importante, prima si interviene e migliori saranno i risultati.
La cosa più importante da fare con il proprio figlio è condividere, comunicare per far sviluppare le capacità emotive. Lo si può fare coinvolgendolo mentre si cucina, o condividendo a tavola la propria giornata.
In qualsiasi caso, qualsiasi difficoltà abbia il bambino, è importante ricordare che ognuno di noi ha delle capacità e il compito di un genitore è quello di riconoscerle e coltivarle. Non siamo tutti nati per prendere 10 a scuola, coltiviamo i nostri naturali talenti!
Quanti bimbi da Marzo ad oggi con problemi di ritardo del linguaggio ha seguito…dottoressa Russo
Molti nuovi bambini sono arrivati subito dopo il lockdown, durante invece, abbiamo avuto richieste di aiuto per bambini che stavano subendo una regressione del linguaggio. Bloccare le terapie improvvisamente ha creato uno stallo negli apprendimenti, alcuni bambini e genitori sono riusciti ad andare avanti e a non perdere i progressi fatti, in altri casi invece hanno necessitato di interventi più incisivi da parte dei terapisti e dei genitori.
A questo punto che sia Raggio di sole piuttosto che la Cooperativa Sociale Focus 125 o un altro centro, i genitori che notano nei figli anche disturbi del comportamento come aggressività, comportamenti ossessivi devono intervenire subito perché come ci consiglia la nostra logopedista, “risulta chiaro ad un occhio esperto che un bambino che non riesce a comunicare può essere frustrato, può sentire che gli altri non lo capiscono, ha difficoltà ad esprimere i propri bisogni, ecco allora che urlando o diventando aggressivo riesce a creare una richiesta”
Valeria Liscio
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