Feste patronali, ricordiamocene
Penalizzate tante attività del settore, soprattutto commercianti ambulanti
La normativa anti-Covid ha limitato parecchio – se non quasi totalmente – l’annuale bagaglio di fede e tradizione che si esprime in Puglia in centinaia di feste patronali, appuntamenti che illuminano le piazze dei grossi centri così come dei più piccoli paesi dal Salento al Gargano.
La problematica, affrontata fin dallo scorso mese di maggio dalle colonne di questo giornale, al termine della stagione estiva, appare ben più articolata di quanto si pensasse in apertura di stagione. È innegabile che l’emergenza sanitaria abbia prostrato questo settore, fonte di reddito per migliaia di cittadine e cittadini pugliesi; le ricadute in termini economici potrebbero avere conseguenze purtroppo irreversibili.
Le restrizioni imposte a parrocchie, amministrazioni comunali e comitati per i festeggiamenti, hanno infatti consentito sì la necessaria celebrazione delle liturgie ma con forti limitazioni, privando del tutto i fedeli delle consuete processioni; al minimo necessario le pregevoli installazioni di luminarie artistiche, vanto della nostra Puglia; con il contagocce sono stati realizzati gli spettacoli pirotecnici e sotto stretta sorveglianza le esecuzioni dei rinomati concerti bandistici pugliesi, orgoglio della regione in tutta Italia. Parallelamente non ha avuto luogo, eccettuati pochi casi in versione contenuta, il solito ricco calendario pugliese delle sagre, espressione di festa e della valorizzazione enogastronomica del nostro territorio.
Tutto questo è avvenuto mentre un’accesa campagna elettorale che porterà al rinnovo del Consiglio regionale entro pochi giorni ha popolato, con scarsi controlli, quelle stesse piazze rese sterili per le feste patronali, affliggendo il sentimento di fede della popolazione e impoverendo un comparto solitamente pingue. A questo va aggiunto che la possibilità – giusta e ragionevole – data a tante attività ristorative e del divertimento di poter svolgere il proprio esercizio con idonee misure di prevenzione e sicurezza, non è stata condivisa per il settore delle feste patronali.
A patire la situazione anzitutto gli operatori del settore; oltre alle citate attività di installazione luminarie, fuochi pirotecnici e concerti bandistici, non va dimenticato l’indotto che ne è alimentato e – in particolar modo – i commercianti ambulanti che nel corso della stagione primaverile-estiva, con le feste patronali accantonano la massima parte del proprio bilancio annuale.
Molte amministrazioni comunali, supportate da comunità parrocchiali, hanno reso possibile i festeggiamenti in “modalità Covid-19”, vietando comprensibilmente gli assembramenti e consentendo – come detto prima – la decorazione delle facciate di chiese con luminarie ed esibizioni minime delle bande per tenere vivo il sentimento di affetto religioso della gente.
Se questo ha permesso ad alcune realtà produttive di conservare un’essenziale attività, per altre categorie non è stato affatto così, finite nel dimenticatoio e lasciate – eccettuati eventuali sussidi comuni ad altri comparti – in attesa di potersi riscattare eventualmente nel venturo anno 2021. Un’attesa che in tanti, forse troppi, casi potrebbe essere fatale per queste attività produttive, spesso a conduzione familiare e configurantesi come piccole realtà imprenditoriali che irrorano il tessuto economico della nostra regione.
Pierdamiano Mazza