OSPEDALE SAN CATALDO: IL GRANDE INGANNO
Tutta l’organizzazione sanitaria della Asl di Taranto negli ultimi anni è stata pensata, strutturata e programmata, intorno a una grande chimera: l’Ospedale San Cataldo. Il futuro, anzi futuribile, nuovo ospedale di Taranto. Inizialmente si sarebbe dovuto chiamare “San Raffaele del Mediterraneo” con la grande narrazione di Nichi Vendola che voleva unire Don verzè, finanza privata e fondi pugliesi in nome del cattocomunismo: finì in un crack al primo plastico. Ora quel progetto e quell’ospedale è diventato San Cataldo, ha cambiato sede, fondo finanziario, capacità d’acoglienza, ma dopo 10 anni ancora non si vede una mattonella.
Non tranquillizza il fatto che il responsabile dalla costruzione sia proprio Domenico Arcuri, lo stesso commissario delle mascherine, dei reagenti, dei banchi a rotelle e di ILVA.
La sola progettazione del render ha però condizionato l’intera programmazione ospedaliera di Taranto e provincia degli ultimi anni. Infatti con la scusa della presenza (quando?) del grande hub ospedaliero del San Cataldo, si sono giustificate le chiusure di tutti i pronto soccorso e delle strutture prima esistenti.
Massafra e Grottaglie sono diventati due ospedali fantasma, quasi quanto la cattedrale nel deserto di Mottola. Strutture nuove, moderne, enormi ma completamente inutilizzate. Uno spreco criminale di soldi pubblici per strutture non fruibili e di cui ci sarebbe urgentemente bisogno.
La gestione è stata così pedestre da attirare, a più riprese, l’attenzione di programmi di inchiesta di tv nazionali con l’intento di far luce sugli scandali perpetrati dall’amministrazione regionale guidata da Michele Emiliano.
“Alla chiusura dei reparti ospedalieri, è corrisposto l’aumento a dismisura delle liste d’attesa” dichiara l’On. Gianfranco Chiarelli Vice Segretario Regionale della Lega.
“Ci vogliono fino a due anni per una risonanza magnetica, una tac, una mammografia. Esami di prevenzione o urgenze prevedono delle attese talmente bibliche da costringere i pazienti a rivolgersi ai laboratori privati – aggiunge l’On. Chiarelli – o peggio ad andare a Matera, dove un esame si ottiene nel giro di una settimana per poi essere comunque addebitato alla Regione Puglia”. Va segnalato un ulteriore disagio: il Servizio di Prenotazioni Cup è aperto solo fino alle 15, con un attesa telefonica di 20 minuti, sportelli chiusi e operatori, spesso selezionati a chiamata diretta e poi stabilizzati, che forniscono risposte inadatte o inadeguate alle richieste dell’utenza. Il tema del turismo sanitario poi è la rappresentazione più chiara del fallimento dell’Assessore alla Sanità e Governatore Michele Emiliano.
Chiarelli, indignato da questa situazione, aggiunge: “sono migliaia di pugliesi che ogni anno, dagli interventi più banali a quelli più complessi, come alle cure di routine, preferiscono recarsi presso gli ospedali fuori regione pesando comunque sulle casse regionali”.
Una buona sanità regionale, ben organizzata, con servizi efficienti e in tempi brevi, non costringerebbe i pugliesi a farsi centinaia di chilometri lontano dai propri familiari per curarsi. E tutti risparmieremmo.
Nel frattempo la fotografia dell’ASL di Taranto è quella del suo ospedale più grande, il S.S. Annunziata. L’On. Chiarelli denuncia una situazione inaccettabile: “il parcheggio ormai è ridotto a un deposito auto dove in caso di emergenza sarà necessario utilizzare i Canadair, un ingresso adibito impietosamente a deposito barelle – funzionanti e rotte – in esposizione, una “Osservazione Breve” a distanza considerevole dal Pronto Soccorso. L’apoteosi del disastro è rappresentata da una struttura di emergenza che serve decine di Comuni totalmente insufficiente e inadeguata per i numeri da coprire e che è oggetto di numerose segnalazioni dei Nas che i vertici Asl tengono secretate”. Anche l’ospedale di Castellaneta è vittima di numerosi tagli, essendo di Primo livello solo sulla carta ma in realtà privo dei reparti necessari per esserlo. Quello che poi li è accaduto durante l’emergenza Covid, con il decesso di 4 persone che sono state contagiate durante il ricovero, prima che la Asl decidesse di procedere alla chiusura, è stato sottoposto ad indagine della Procura.
Non va meglio a Grottaglie, dove i dirigenti del Partito democratico sono arrivati ad incatenarsi con le manette contro la chiusura voluta da Emilano e ora lo sostengono per le elezioni regionali.
Manduria e Martina Franca resistono per i servizi minimi.
L’On. Chiarelli rincara la dose: “la gestione del Covid, aldilà della favoletta da “Braccialetti Rossi” che il fortissimo ufficio comunicazione della Asl ci ha voluto raccontare, con droni, filmati strappalacrime e notizie edulcorate, è stata un cattivo esempio di trasparenza. Ancora non riusciamo a sapere, per esempio, quanti tamponi vengono fatti su base provinciale. L’unica volta che lo abbiamo saputo, grazie a una statistica pubblicata dall’ufficio ricerche della Uil, a Taranto venivano fatti solo il 4 per cento dei tamponi di tutta la Puglia: questo è il miracolo Taranto!” “Finita l’emergenza – commenta Chiarelli – la programmazione non può ancora ripartire: migliaia di pazienti che avevano prenotazioni ambulatoriali o chirurgiche durante il lockdown sono ancora in attesa di essere richiamati. Ciò che è peggio è che permane l’impossibilità di prenotare per i nuovi pazienti”.
A questo si aggiungono sempre nuove carenze. L’ultima è quella dell’UTIN (Unità di Terapia Intensiva Neonatale) per la pediatria del Santissima Annunziata.
Mamme che hanno partorito in questo periodo, a causa della mancanza di medici, hanno visto trasferire d’urgenza i propri neonati a Bari o Acquaviva. Di fronte alle mamme disperate, Emiliano, Rossi e persino i primari, hanno detto che invece era tutto ok. Smentendosi da soli qualche giorno dopo pubblicando un bando di assunzione. Le considerazioni su questa situazione sono impietose: “che l’avviso pubblico sia stato pubblicato è cosa nota ma nessuno dice che nel suddetto avviso si parli di un incarico per 12 mesi non rinnovabile e che quindi non accetterà mai nessuno. Esattamente come fanno con i pediatri: dicono “noi i bandi li facciamo ma a Taranto non vuole venire nessuno”, mai che si chiedano se per caso sono loro ad aver scritto un bando sbagliato. Sono stato il primo a denunciare la situazione dell’UTIN ed ho ricevuto in risposta delle vere e proprie fake news propagate per bocca di candidati di centro sinistra al consiglio regionale”.
Cosi come per l’oncologia pediatrica retta da borsisti, mentre lo stesso Emilliano dice di meritare l’arresto per come ha nominato il primario. Lo stesso che ora lo difende contro quelle mamme con i neonati deportati in altri ospedali.
Neppure i 70 milioni stanziati con uno dei decreti Ilva e finalizzati ai macchinari per la asl di Taranto, sono ancora stati spesi. “L’obiettivo della Lega – conclude l’On. Chiarelli – è quello di restituire dignità ad un comparto centrale come quello della Sanità attraverso un piano strategico di rilancio degli investimenti ed di ottimizzazione della spesa. Gli inutili proclami non servono: è necessario un vero e proficuo utilizzo del potenziale che questa nostra terra è in grado di offrire. Con la Lega in Regione tutto questo potrà essere possibile grazie alla competenza, all’entusiasmo e alla attenzione dei nostri candidati al consiglio regionale. Un motivo in più per scegliere di dare fiducia all’unica novità nel panorama del centrodestra: la Lega”