Mamma, perché papà mi fa questo?
E’ una delle solite mattinate di lavoro in redazione, una delle tante telefonate in redazione. Il destino vuole che a prenderla sia questa volta io. Dall’altra parte del telefono una donna in lacrime: “Ho bisogno d’aiuto. Sono una mamma separata, ho tre bambini, non ho lavoro. Abito a Taranto, a casa non ho acqua calda, non ho gas. Sono venuti questa mattina degli assistenti sociali a casa. Mi hanno preso in giro. Mi hanno detto che se vogliamo lavarci possiamo andare alla Caritas. Mi aiuti”. E’ una delle tante telefonate che abbiamo ricevuto in una sola settimana. In comune hanno la disperazione: un uomo che vuole suicidarsi perché vogliono togliergli la casa, una donna anziana che ha la pressione altissima ed è stata costretta a denunciare il figlio. Ma la storia che sto per raccontarvi è raccapricciante. Nella conversazione telefonica della quale riesco a capire poche parole, mischiate a pianto, ad un certo punto una frase che mi fa rabbrividire: “Mia figlia ha cinque anni ed è stata abusata dal padre”. No, non ci credo. Non può essere possibile. Penso ad una delle tante storie familiari di ripicche con la madre che in qualche modo vuole farla pagare all’ex marito. Insisto, le dico che stento a crederle. “No, è tutto vero – mi risponde- la bimba ed il fratellino più grande che ha assistito ad uno degli episodi sono stati ascoltati dagli assistenti sociali ed è stato fissato l’incidente probatorio” Mi pervade la rabbia, tanta. Chiamo una persona di cui mi fido molto, gli do appuntamento 35’ dopo sotto l’abitazione della donna. Spero ancora sia uno scherzo di pessimo gusto. Lei arriva. Ha poco più di trent’anni. Fa piccoli lavoretti per mantenere se ed i bambini. I suoi genitori l’aiutano. Ci fa salire in casa. Trovo una abitazione ordinata, pulita. Le dico che tutto quello che mi dirà sarà registrato. Non farò mai alcun riferimento, perché dobbiamo salvaguardare assolutamente la bambina ed i minori. Mi fa rendere conto dei problemi che hanno. Sono senza gas per morosità. Non hanno acqua calda. E’ arrabbiata e scoppia ancora a piangere per come sarebbe stata umiliata in mattinata dalle assistenti sociali.
Mi racconti la sua storia
Ci siamo sposati tredici anni fa. Desideravamo un bambino, ma non arrivava. Finalmente sono rimasta incinta ed è arrivata una creatura meravigliosa. Subito dopo sono iniziati i problemi. Mio marito era molto mammone, si faceva condizionare dai genitori. Io ho subìto un’operazione importante. Mi era stata scoperta una malattia che, all’epoca, non lo sapevo: la neo fibromatosi. Avevo iniziato ad avere paralisi che mi costringevano a non camminare. Avevo un bambino di sette mesi. Mi operarono con urgenza. Durante la convalescenza in cui praticamente non potevo assolutamente muovermi, lui disse di avere delle esigenze sessuali e mi violentò diverse volte. Da una di queste, rimasi incinta del secondo bambino.
Ma eravate sposati, come fa a dire di essere stata violentata?
Io ero paralizzata. Non potevo muovermi. Avevo subìto un’operazione di 8 ore. I nostri problemi continuavano. Io, costretta a fare delle risonanze, lui completamente assente. Spesso se ne andava via. Non si preoccupava di nulla, nemmeno di pagare l’affitto. Mi aiutava mio padre. Era il mio bastone, quando il più piccolo è arrivato a 4 mesi ho deciso di separarmi, ho affrontato tutto da sola. Rimase lontano per un po’ di tempo, poi ritornò. Ci fu un periodo più tranquillo. Cinque anni fa sono rimasta di nuovo incinta. Questa volta di una bambina. Tutto fino a quando ritornarono i problemi economici. Ripresero i maltrattamenti. Andava via e poi tornava.
Ma di questi maltrattamenti ci sono delle prove?
Da quando è nata la bambina no. Non ho mai fatto denunce. Ho sbagliato e me ne pento. A maggio scorso mio marito alza le mani a me e a mio figlio di 12 anni che era venuto in mio soccorso. Gli altri due si sono chiusi in camera hanno chiamato la polizia che è intervenuta. Un certificato attesta i fatti. Volevano arrestarlo. E’ andato via e non l’ho più visto fino al 25 giugno. Mi sono inventata dei lavoretti. Avevo portata in casa una cagnolina. Un giorno mi sono trovata la bambina in casa vicino al divano con la mutandina spostata che si stava facendo leccare le parti intime dal cane. Inorridita ho chiesto spiegazioni a lei e al fratello più grande. La piccola è stata vaga non riuscendo a capire il senso. Mio figlio più grande mi ha confessato che aveva visto il padre abusare della sorella. (Ndr Dettagli intimi che preferiamo non riportare)
Ma questi episodi quando si sarebbero verificati?
Quando era ancora in casa. Appena seppi dell’accaduto dai miei figli chiamai il commissario. Ho fatto le denunce.
Poi cosa è avvenuto?
I miei figli sono stati sentiti dagli psicologi che hanno confermato la violenza. Tra pochi giorni ci sarà l’incidente probatorio.
E lui nel frattempo?
Lui lavora. Il giorno che è venuto a conoscenza della denuncia ci ha chiamati e minacciati.
Quanti anni ha suo marito?
37
Ha percenti penali?
No
Suo marito ha più cercato di vedere i suoi figli?
Mi ha chiesto di vedere la bambina nell’ultimo periodo, prima che gli venisse notificata la denuncia. Era troppo gentile e bravo. Tutti i giorni trovava una scusa per chiamarmi o massaggiare.
Cosa si aspetta che accada?
Vorrei che persone che si trovino in situazioni come la mia venissero tutelate. Siamo delle vittime di violenze e maltrattamenti. Non c’è nessuno che ci protegge. Lui è pure libero. Deve pagare per quello che ha fatto. L’ultima volta mi ha detto: “Ah vuoi che vada in carcere? Io ci vado. Non ti fare problemi. Poi devi lavorare tu per dare da mangiare ai tuoi figli”.
La storia per il momento finisce qui. Dopo aver letto la denuncia, gli atti, i referti è stato difficile portare a termine l’intervista, durante la quale il giornalista è stato sopraffatto dall’uomo che ha provato una rabbia tale da andare a prenderlo e rimanere con lui 5’ da solo. Ma credo nella giustizia degli uomini, tanto quanto in quella di Dio. Seguiremo questa vicenda con tutti i nostri mezzi. Non finisce qui. Mi è bastato guardare una foto, gli occhi delle vittime, una bambina impaurita sempre appiccicata alla gonna. “Mamma, ho fatto qualcosa?” No piccola, non hai fatto nulla. Gli orchi fanno sempre una brutta fine, fortunatamente sono pochi ed in estinzione. E se, quello di questa storia, un giorno andrà in carcere, troverà, al suo interno, l’inferno per quelli come lui. Voglio sperare che gli assistenti sociali facciano i loro dovere. Soltanto il loro dovere. Noi abbiamo proposto l’assistenza legale a nostre spese con i migliori legali che conosciamo. Voi se pensate di poter aiutare una famiglia che non può permettersi acqua calda e gas, chiamateci in redazione. 080.4800600.
Antonio Rubino