La terza discarica a Manduria? Ci spieghino bene il perché!
Di fronte a certe decisioni, si resta davvero senza parole. Quando poi le decisioni vengono assunte senza guardare in faccia la cruda realtà, si comincia a pensare che la salute della gente, la tutela dell’ambiente, le conseguenti ricadute negative sull’economia locale, poco importano a chi si trova nella cosiddetta stanza dei bottoni. Per ragioni di spazio, non è concesso essere prolissi, pertanto veniamo subito al sodo. Senza attribuire colpe o responsabilità, altrimenti c’è chi subito interviene lanciando strali contro questo o quel rappresentante politico, ci limitiamo a dire che da parte della Regione Puglia si è deciso di installare a Manduria una terza discarica da 30mila tonnellate di rifiuti. Insomma la bomba ecologica Li Cicci e la strapiena oltre ogni possibile rialzo La Chianca non bastavano. Sull’argomento non si può non commentare che, la cittadina messapica (senza offesa per nessuno) essendo senza guida politica al comune, non essendo rappresentata in maniera incisiva neppure a livello regionale, risulta particolarmente inerme e facilmente attaccabile, in povere parole è come se si «sparasse contro la croce rossa». Chissà quante volte abbiamo decantato i meravigliosi vigneti che si espandono a perdita d’occhio intorno alla città di Manduria ostentando i preziosi grappoli di Primitivo che originano il mosto il cui profumo mal si lega con quello proveniente da depositi di rifiuti.
Quante altre volte ci siamo spinti nell’entroterra ad ammirare le antiche masserie, oggi divenute veri e propri santuari di quel nostalgico passato di cose buone e naturali che rischiano di svanire nel nulla. Rischiano così come le Riserve Naturali, in cui albergano specie rare di animali, nel bel mezzo di una macchia mediterranea, spesso offesa dalla maldestra mano di ignobili piromani. Una litoranea che ricorda con le sue spiagge i Caraibi, con un mare cristallino e le caratteristiche dune che stanno a guardare attonite un’opera mastodontica in cemento armato che sta sorgendo proprio là, si proprio là dove alcuni decenni fa la Comunità Europea ha investito centinaia di miliardi di lire per il recupero e valorizzazione di quell’area protetta. Spingendoci verso l’incantevole foce del fiume Chidro le cui acque baciano quelle del mare, vediamo primeggiare l’ecomostro, altra orribile costruzione in cemento armato mai adoperata, eccellente esempio di spreco di denaro pubblico. Dinanzi a simili panorami si finisce per chiedersi perché, insomma perché tutto questo e soprattutto si continua a interrogarsi a Manduria, sul motivo dell’incessante accanimento nei confronti di un territorio pieno di tesori inestimabili che anziché essere valorizzati e utilizzati per il bene della comunità, si ignorano a tal punto da renderli destinatari di discariche di rifiuti, di costruzioni di cemento armato che nulla hanno a che fare con l’ambiente fiabesco circostante. Qualcuno si chiederà: qual’è la contropartita per i residenti che subiscono, un’aria irrespirabile, i danni alla salute e quelli ambientali? Ebbene la risposta i manduriani l’hanno già avuta in tutti questi anni ed è stata sempre estremamente negativa. Infatti, la contropartita è stata davvero maldestra se si considera che di fronte all’aumento di patologie, anziché un potenziamento dell’ospedale Giannuzzi è avvenuto il ridimensionamento ed anzi, il declassamento a struttura di base, il tutto deciso a tavolino in base ad una logica politica, figlia di un egoismo campanilistico che non ha ed anzi non può avere giustificazioni. Inoltre, Manduria è stata saccheggiata di tutti quei servizi che ne facevano un centro di riferimento, come ad esempio il Tribunale, la Giudicatura di Pace, la Camera di Commercio, il Catasto, non per ultima un improvviso quanto incomprensibile accorpamento dell’istituto tecnico Einaudi. Come se non bastasse, quando i cittadini manduriani si attendevano un rilancio della loro città e delle sue risorse, arriva tra capo e collo una terza discarica in netta contraddizione a quanto si predica in questo periodo dai palchi, sull’amore della natura, il rispetto dell’ambiente, il rilancio dell’economia e la tutela della salute dei cittadini. Vorrei proseguire ma per ora mi fermo qui, scusate se sono stato un po’ prolisso.
G. C.