QUANDO UN CONSIGLIO REGIONALE E’ MASCHILISTA ALL’INVEROSIMILE
Quando Tolstoj scrisse nella sua Anna Karenina, che le “Donne sono una vite su cui gira tutto “non avrebbe mai pensato che ci sono luoghi su cui quella “vite” non viene fatta girare volutamente. Tali sono quei luoghi del pregiudizio e della logica maschilista che ancora oggi, nel terzo millennio, contraddistingue questa tendenza a considerare la Donna come un elemento in una (quasi) scarsa rilevanza.
Scrivo questo pensiero nel cuore della notte, dopo aver seguito quello che è successo in Consiglio regionale. L’ insonnia feroce che mi perseguita, ha fatto sì che io mi sia attivata per osservare con attenzione la formazione di partiti e partitini, che hanno avuto l’ardire di dichiararsi “Innovatori, ed ho cercato di trovare il senso di una parola che potesse solo avvicinarsi al pensiero più infinito il progresso, inteso come chiusura degli steccati del passato ed adeguarsi al passo dei tempi.
Associare le tesi misogine, sarebbe un passo indietro, non nel tempo, ma nel baratro del pregiudizio. E si sa, questo pregiudizio è formato dall’ inettitudine del pensiero maschile, dalla sua sempre presente furberia di accaparrarsi con una legge del più forte sul più debole, i posti di potere più ambiti e relegando la Donna in una teca formata di immagine e presenza.
Lo stesso Aristotele asserì che una società non può essere felice, se anche la donna non lo è, ed allora perché privarsi di questa felicità? Ed allora mi chiedo: in Consiglio regionale sono masochisti o imbecilli?
Iniziamo a riflettere e soprattutto a far riflettere sulla seconda ipotesi.
Ho cercato di dare una spiegazione a quello che è successo questa notte, ma mi sono resa conto che l’imbecillità è perenne e la mamma dei cretini è sempre incinta, soprattutto in politica.
Oltre a degli “impresentabili” maschi, che al pari di un mausoleo viene associato a un reale concetto di residuo bellico, o meglio, come quei “tromboni “usurati dalla vecchiaia e dalla noia,
Sarebbe dovuta essere una giornata storica per la politica pugliese, invece abbiamo assistito alla peggior pagina di questa consiliatura, sul mancato voto alla proposta di legge sulla doppia preferenza a causa del venir meno del numero legale in Consiglio. Una svolta epocale dopo le mille battaglie , invece si è consumato l’ ennesimo strappo sulla doppia preferenza , dopo una lunga e accesa discussione tra maggioranza ed opposizione, il consigliere regionale anziché rappresentare l’ istituzione chiamata a risolvere una questione, ha assunto il ruolo dell’ attore protagonista di una soap opera, decidendo di abbandonare l’aula affondando la legge sotto i colpi dell’ ostruzionismo reso possibile dall’ inerzie della quinquennale maggioranza, rievocando un modus operandi risalente al 2015 quando con voto segreto la legge venne affossata.
In Puglia ahimè si è consumato l’ennesimo gioco politico – elettorale mettendo a rischio la tenuta delle istituzioni.
La Regione Puglia era già stata ammonita dal Governo Conte ad adempiere ed allinearsi per garantire questo principio e quindi sarà lo stesso Governo nazionale a far valere questa norma tramite poteri sostitutivi, tramite l’emissione di un provvedimento che introduca la doppia preferenza.
E’ pur vero che bisogna diffidare dalle donne, specie quelle intellettuali perché finiranno sempre per “rintracciare o stanare il cretino che le capisce”. Ed oddio, in questa politica non sono molto ben nascosti, finiranno comunque per essere scoperti una volta per tutte. Se una Regione non riesce ad adeguarsi a una norma nazionale che dà pari opportunità ai due generi per le elezioni, credo sia una regione sconfitta.
Ecco, amici cari, politici previdente e non, tromboni e mausolei, io penso che la coscienza sia un valore aggiunto, fondamentale: usatela. Cerchiamo di capire che la Donna è giustizia e bellezza, è la felicità per una società, è quel tocco morbido e vellutato alle intelligenze sopraffini.
E’ la sensibilità di un’azione associata ad un sorriso di beltà.
Di certo le pugliesi e i pugliesi si preparino ad una tornata elettorale con regole che, in mancanza di un auspicabile intervento commissariale da parte del Governo, sarà marchiata da grande ingiustizia ledendo le regole basilari della nostra Carta Costituzionale e della Democrazia.
La Donna è la Donna, ed ha diritto di partecipare non come l uomo, azzardo, più dell’uomo stesso.
Auspico che la Regione Puglia e la sua politica regionale, non voglia rimanere indietro e si adegui ad una legge che ormai è dettato costituzionale, ad una legge che è segnale di senso civico oltre che di grande responsabilità che non riguarda solo le donne.
La misura di cui si chiede la più celere approvazione, ha il pregio di voler “far considerare” all’ elettore la possibilità di votare sia per uomini che per donne, concorrendo così a realizzare quel clima culturale favorevole all’ idea che il rinnovamento di cui ha bisogno la nostra regione e le Istituzioni, passi anzitutto per una più equa rappresentanza dei generi.
FB