Abbiamo voluto un grande Puglia Press. E ci siamo riusciti
A cura di Elena Ricci
“Ero una bambina di circa 11/12 anni e ricordo benissimo all’ingresso del centro commerciale l’espositore con la scritta Puglia Press e quei quotidiani che andavano a ruba.
Mio padre mi raccontava che quel quotidiano era realizzato a Martina Franca ed era distribuito gratuitamente grazie agli inserzionisti. Capii che c’era del genio in tutto questo e mi appassionai.
Passò qualche anno e arrivarono i social network, arrivarono i giornali “online”. Erano i primi mesi del 2009, registrai il mio account su facebook, e inviai la fatidica “richiesta di amicizia” al direttore Antonio Rubino.
Mi occupavo di comunicazione già da due anni per conto di un’associazione di categoria di odontotecnici e, con quel breve ma per me significativo curriculum, gli chiesi se prendesse tirocinanti per l’iscrizione all’ordine dei giornalisti. All’epoca mi fu risposto che non prendevano tirocinanti.
Continuai a seguirli, passarono gli anni, avviai collaborazioni con altri quotidiani locali e diventai giornalista.
Nel 2015, complice una campagna elettorale, conobbi Antonello Corigliano. Antonello era il caporedattore del Puglia Press. Nacque subito un’intesa professionale molto forte e mi propose di collaborare con lui per il quotidiano online. Accettai.
Era settembre 2015, la pagina facebook PugliaPress contava a malapena 5.000 like. Nel giro di pochi mesi quei numeri triplicarono. Oggi sono oltre 50.000.
E non parliamo solo di like. Ci siamo affermati come giornale serio, veloce e puntuale, fidelizzando i lettori e toccando il milione di pagine visualizzate ogni mese. Ore e ore di lavoro, notti insonni a studiare metodi e capire come innovare questa informazione. Per noi, il 2.0 era superato da un pezzo. C’era bisogno di qualcosa in più. E lo abbiamo fatto.
Abbiamo rotto le scatole a Mediaset e Simona Ventura sulle manovre di un dentista nella sua trasmissione “Selfie le cose Cambiano”. Il dentista ci ha risposto; abbiamo argomentato un articolo satirico del noto Lercio, sulla città di Taranto. Lercio si è inchinato al nostro articolo che spiegava perché a Taranto si muore.
Ho affrontato controcorrente il caso Cucchi, rendendo note testimonianze, atti, video che hanno fatto il giro d’Italia e sono arrivate sino a processo. Tutto senza barriere da parte del mio direttore.
Ho messo il cuore nel gruppo Puglia Press.
Questi sforzi e questi meravigliosi risultati, furono premiati dal direttore Antonio Rubino che mi accolse nella famiglia Puglia Press come se ne avessi fatto parte da sempre, permettendomi di firmare il settimanale e il mensile La Voce del Popolo.
Purtroppo, le difficoltà della nostra terra difficile e le prospettive inesistenti per giovani ambiziosi, mi hanno portata oggi a Roma, con non poche sofferenze, perché la mia terra mi manca ogni giorno di più, così come mi manca viverla giornalisticamente. Il dirigere un mio quotidiano locale mi fa sentire un po’ lì, ma non è la stessa cosa.
Del Puglia Press posso dire di aver vissuto intensamente gli ultimi cinque anni. Con onore e immenso orgoglio. Se oggi sono quella che sono, come persona e come giornalista, lo devo al Puglia Press, ad Antonio, a Raffaella e alla contagiosa tenacia di Antonello incontrata lungo il mio percorso. “
Elena Ricci