Taranto – “Facies Passionis”: in mostra le statue della Settimana Santa
TARANTO – Oggi alle 18.30, l’Arcivescovo di Taranto, monsignor Filippo Santoro, inaugurerà nella chiesa del Carmine la seconda edizione di “Facies Passionis”, la mostra che, esponendo i volti della Passione attraverso le statue delle processioni della Settimana Santa, vuole raccontare al pubblico dei visitatori alcune particolarità del Mezzogiorno d’Italia. La prima è che le tradizioni religiose popolari sono una componente fondamentale della storia, della cultura e della civiltà delle nostre comunità. Inoltre, le statue conservate da tante Confraternite sono una straordinaria testimonianza d’arte che parte dal 1600 ed arriva agli inizi del secolo scorso. Un patrimonio culturale che va tutelato, curato, ma soprattutto valorizzato e fatto conoscere. La terza particolarità riguarda le processioni, in questo caso quelle della Settimana Santa che ad aprile animeranno le nostre città e i nostri paesi con grande partecipazione di popolo, che costituiscono una forma di evangelizzazione diretta, immediata, dall’espressività semplice, ma non per questo meno efficace, coinvolgente ed emozionante.
Il voler unire fede, tradizione ed arte ha così portato l’Arciconfraternita del Carmine di Taranto ad organizzare la seconda edizione di “Facies Passionis”, forte anche del successo dello scorso anno, quando ai primi di febbraio, in quattro giorni, ben 10mila persone hanno varcato il portone principale del Carmine per ammirare le statue esposte. E anche stavolta i simulacri sono dieci e vengono non solo dalla Puglia, dalla Capitanata al Salento, passando per Bari e Taranto, ma anche dalla Sicilia: da Trapani per l’esattezza. Come la Puglia, infatti, anche l’isola mediterranea racchiude un patrimonio di spiritualità, non disgiunto da aspetti religiosi e artistici, e quindi l’Arciconfraternita del Carmine, grazie all’ausilio dell’arcivescovo di Trapani, monsignor Pietro Fragnelli, ha ritenuto opportuno gettare un ponte al di là dello Stretto. Questo sta a dimostrare che l’obiettivo dell’Arciconfraternita del Carmine è quello di far crescere di spessore e di rilievo la mostra “Facies Passionis” per farla diventare un punto di riferimento del mondo confraternale.
L’edizione del 2019 oltre al Carmine vede coinvolti l’Arcidiocesi di Taranto, il Comune di Taranto, la Regione Puglia (attraverso l’assessorato all’Industria turistica e culturale), il Teatro Pubblico Pugliese e Piil Cultura, l’Università degli studi di Bari “Aldo Moro”, l’Ordine degli avvocati di Taranto, la Scuola forense di Taranto e la Banca di credito cooperativo di San Marzano di San Giuseppe che è il tesoriere dell’Arciconfraternita.
I sodalizi religiosi partecipanti sono dieci: Ceto muratori e scalpellini di Trapani, Ceto calzolai, calzaturieri e pellettieri di Trapani, Comitato Settimana Santa di Palese-Bari, Confraternite di Carbonara-Bari, Comitato I Misteri di Valenzano-Bari, Confraternita di Sant’Anna di Trinitapoli-Foggia, Confraternita del Santissimo Crocifisso di Gallipoli-Lecce, Confraternita Natività e Dolori di Martina Franca-Taranto e Arciconfraternita del Carmine di Taranto. La mostra, con accesso libero e gratuito, resterà aperta sino alla sera del 24 febbraio. Nei quattro giorni di esposizione, nella chiesa del Carmine non avranno luogo le consuete funzioni religiose.
Belle e suggestive le statue che i visitatori di “Facies Passionis” avranno modo di ammirare. Un percorso coinvolgente in uno dei momenti fondamentali della vita di Gesù, dall’ultima cena con gli apostoli alla sua spoliazione prima della crocifissione, unito al dolore profondo di Sua Madre Maria. Le statue dell’edizione 2019 sono La Flagellazione ed Ecce Homo da Trapani, La Spoliazione da Valenzano, L’Ultima Cena da Palese, Il Trasporto da Carbonara, Il Calvario da Gallipoli, La Pietà da Trinitapoli, La Caduta da Mottola, l’Addolorata da Martina Franca e Gesù Morto da Taranto. Il Carmine ha scelto di esporre la statua più prestigiosa della processione dei Misteri che, nei giorni scorsi, è tornata nella chiesa di appartenenza dopo dei lavori di restauro artistico.
In parallelo alla mostra, nei quattro giorni ci saranno anche delle iniziative collaterali. La più importante è costituita dal convegno che, dalle 9, si terrà il 22 febbraio nella sede dell’Università di Bari, ex caserma Rossarol in via Duomo (città vecchia di Taranto), dal titolo: Le Confraternite e le nuove sfide: fede, arte, diritto e Terzo Settore. Il convegno sarà articolato in due sessioni con conclusione nella mattinata del 22. Interverranno tra gli altri l’Arcivescovo di Taranto, monsignor Filippo Santoro, il Vescovo di Castellaneta, monsignor Claudio Maniago, monsignor Giuseppe Baturi, sottosegretario della Conferenza episcopale italiana, l’Arcivescovo
monsignor Juan Ignacio Arrieta, segretario del Pontificio Consiglio per l’interpretazione dei testi legislativi (l’equivalente, per la Chiesa cattolica, della Corte Costituzionale italiana), il generale dei Carabinieri Claudio Vincelli, comandante delle Unità specializzate dell’Arma, tra le quali rientra quella che si dedica alla tutela del patrimonio artistico. Interverranno inoltre docenti universitari, rappresentanti delle Confraternite e dell’Ordine degli avvocati di Taranto e della Scuola forense di Taranto, con cui l’iniziativa di venerdì è promossa.
Oltre ai volti della Passione, ci saranno anche i suoni della Passione con due momenti musicali in piazza Carmine, entrambi alle 19.30. Il primo il 21 febbraio col complesso bandistico “Montanaro” di Mottola diretto da Barbara Gigante e il secondo il 23 febbraio con l’orchestra di fiati “Delle Cese” di Bitonto-Bari (che torna a Taranto dopo la prima edizione) diretta da Vittorio De Santis. Domenica 24 febbraio conclusione di “Facies Passionis” con gli interventi dei padri spirituali, dei priori e degli amministratori delle Confraternite partecipanti, in un incontro al Castello Aragonese di Taranto (dalle 17), cui seguirà la celebrazione della Messa, alle 18.30, nel Santuario della Madonna della Salute nella città vecchia di Taranto da parte degli stessi padri spirituali.