Taranto – Nube rossa, il vento solleva le polveri di minerale. Di Maio: ” Vi sembra normale vivere in condizioni del genere?”
TARANTO – Questa foto, scattata in prossimità dell’area industriale da un cittadino e inviata alla pagina Facebook “Taranto è lui”, nel giro di poche ore ha ricevuto migliaia di condivisioni e altrettanti commenti di rabbia da parte degli utenti. Una forte tempesta di vento, infatti, ha sollevato le polveri rosse dei parchi minerali e riempito l’atmosfera di una nube densa e pericolosa. Si riaccende così la rabbia e l’impotenza dei tarantini, che si apprestano a vivere l’ennesima giornata di “Wind Day” (come previsto in data odierna da Arpa Puglia) e che attendono con forte apprensione le decisioni del nuovo Governo in merito al futuro dello stabilimento Ilva di Taranto.
Nella serata di ieri, il Vice Premier Lugi Di Maio ha condiviso sulla propria pagina Facebook l’immagine ripresa da testali locali e nazionali:
“Guardate questa immagine. È stata scatta fuori dall’Ilva a Taranto, nei pressi dei parchi minerali. Vi sembra normale vivere in condizioni del genere?
È arrivato il tempo di sistemare questa faccenda e l’onere spetta a noi. Se siamo arrivati a dover gestire un disastro di queste proporzioni, soprattutto in termini di danni ambientali e per la salute dei cittadini, è perché le cose in passato sono state fatte in fretta e male. Spero che un giorno capiremo anche il perché. È necessario valutare tutte le criticità emerse anche dai rilievi dell’Anac, in particolare quelle relative alla legalità. Per questo abbiamo letto 23.000 pagine e per questo abbiamo già fatto partire gli accertamenti e vi terrò aggiornati come sempre. Il mio obbiettivo è prendere la decisione migliore possibile pensando all’occupazione, all’ambiente e alla salute dei cittadini, perché di questa renderò conto alla mia coscienza e ai cittadini. E solo a loro.”
Mentre nei giorni scorsi il ministro dello Sviluppo Economico Di Maio ha espresso l’intenzione di avviare un’indagine al MISE a seguito della bocciatura dell’Anac – Autorità Nazionale Anticorruzione – alla procedura di vendita (che ha visto Arcelor Mittal come società aggiudicataria) in virtù dei termini ridotti di applicazione del piano ambientale, che avrebbe forse determinato il risultato di “limitare” i partecipanti alla gara stessa (termini che poi si sono dilatati al 2023), il registro tumori di Taranto, pubblicato il 18 dicembre 2017 e aggiornato al 2012 parla chiaro: dal 2006 al 2012 è di 21.313 nuovi casi di cui 11.640 di sesso maschile e 9.673 di sesso femminile. C’è una incidenza di 3.044 nuovi casi con una media di 438 casi per 100 mila uomini e 332 casi di tumore su 100 mila donne (l’articolo completo a questo link).
La rabbia dei tarantini, che ancora una volta, si ritrovano letteralmente sommersi dalle polveri rosse e il braccio di ferro per conciliare – forse un’utopia? – gli interessi nazionali di produzione, il futuro di 14000 operai che lavorano all’interno dello stabilimento, la riduzione/azzeramento delle fonti inquinanti e il sacrosanto diritto alla salute dei cittadini di Taranto.
La Nazionalizzazione dell’Ilva sembra essere uno scenario poco battuto, anche se il “contratto per il governo del cambiamento” Di Maio-Salvini, aveva previsto una serie di provvedimenti atti a fare dello Stato il promotore centrale dell’economia e, nel caso dell’Ilva di Taranto, espressamente si legge l’intenzione di una riconversione e della bonifica: “Con riferimento all’Ilva ci impegniamo, dopo più di trent’anni, a concretizzare i criteri di salvaguardia ambientale, secondo i migliori standard mondiali a tutela della salute dei cittadini del comprensorio di Taranto, proteggendo i livelli occupazionali e promuovendo lo sviluppo industriale del Sud, attraverso un programma di riconversione economica basato sulla chiusura delle fonti inquinanti, per le quali è necessario provvedere alla bonifica, sullo sviluppo della Green Economy e delle energie rinnovabili e sull’economia circolare”.
Intanto, oggi – 24 luglio – i cittadini del quartiere Tamburi si barricheranno in casa per l’ennesimo “Wind Day”.