Foggia – Parco Eolico nel golfo di Manfredonia, intervista per Pugliapress a Enzo Cripezzi, responsabile Lipu per la Puglia
MANFREDONIA –
Il nuovo progetto presentato dalla società Trevy Energy per un impianto eolico offshore nel golfo di Manfredonia ha sollevato le proteste di diversi residenti, come anche di molte amministrazioni comunali della città presenti nel tratto costiero interessato dal progetto, che giunge sino alla litoranea di Barletta. La proposta giunge a pochi anni di distanza da una simile presentata dalla stessa società e riguardante lo stesso territorio marittimo, bloccata in definitiva da una pronuncia sfavorevole della presidenza del Consiglio dei Ministri.
Anche in questa nuova occasione a protestare sono anche le varie associazioni ambientaliste.
Enzo Cripezzi, responsabile della Puglia per la Lipu, ha rilasciato per Pugliapress le sue dichiarazioni ufficiali sulla vicenda, sottolineando anche il punto di vista dell’organizzazione sui progetti energetici offshore che hanno interessato nel tempo la città di Manfredonia.
La societa Trevi Energy ha recentemente presentato un progetto per un parco eolico offshore al largo di Manfredonia, qual è la posizione ufficiale della Lipu su tale vicenda?
“La posizione della Lipu è estremamente critica. Abbiamo già prodotto in passato controdeduzioni in opposizione a precedenti istanze di centrali eoliche (di questa ed altre società). A monte di tutto c’è una situazione di aggressività non mediata da alcuna forma di regolamentazione: si sta replicando a mare quello che è sulla terra ferma.
Non è possibile lasciare il territorio, anche marino, in balia del primo che capita e senza una seria programmazione territoriale. Ma questo è ciò che favorisce gli speculatori, e tutti i Governi da oltre 15 anni sono corresponsabili, continuando a perseverare fino ad oggi senza alcun rispetto per le realtà locali e senza alcun approccio multidisciplinare. Si vuole far passare di tutto col grimaldello dell’energia pulita e questo non va bene.
A maggior ragione se si pensa al fallimento del risultato energetico conseguito dall’eolico : circa 1,5 % di contributo rinnovabile sul fabbisogno totale del Paese, malgrado la riduzione dei consumi, determinata dalla crisi di questi anni e dalla delocalizzazione di industrie energivore, non certo per virtuose politiche di risparmio ed efficienza.”
Nel recente passato altri progetti per l’eolico presentati per altri territori del foggiano hanno incontrato l’ opposizione dei residenti. Quali possono essere in questo caso le motivazioni?
“Nello specifico, questo ed altri progetti offshore interessano un golfo, quello di Manfredonia, che costituisce una “arena” di aree costiere di grande pregio ambientale e turistico, dal Gargano (in posizione dominante su tutto il golfo) fino a Barletta. Lo stesso golfo offre peculiarità notevoli che verrebbero messe in crisi da simili, enormi impianti del tutto fuori scala.
Trevy aveva presentato anni fa in prima istanza un progetto da 100 torri eoliche che, nelle successive revisioni e istanze progettuali sono state ridotte, aumentando la taglia delle macchine fino a ripresentare il progetto odierno da 50 macchine.
Il progetto Trevy è stato nuovamente presentato, ora alla Capitaneria di porto per la sola concessione demaniale ma è intuibile che sia stato depositato anche al Ministero Ambiente per una nuova VIA e a breve sarà reso disponibile pubblicamente per tale procedura.
E’ opportuno ricordare che ad oggi alcuni precedenti progetti eolici offshore, nel golfo e intorno al Gargano, sono stati respinti solo in seguito al pronunciamento del Consiglio dei Ministri, chiamato ad esprimersi a fronte di contrapposti pareri in seno alla procedura autorizzativa: positivi quelli ambientali, con buona pace delle posizioni negative assunte da Regione e Comuni chiamati ad esprimersi nel procedimento di VIA di competenza del Min. Ambiente e negativo quello paesaggistico di competenza del MiBAC.
Per questo motivo non c’è di che essere ottimisti sul futuro atteggiamento del Ministero Ambiente, né su una dinamica di proposte progettuali stile “cavallette”.
E’ indispensabile agire sul contesto che genera questi assalti: il Governo ha emanato una pessima SEN, Strategia Energetica Nazionale, al servizio di lobby e speculatori.
Non è un caso che si sia inventato una “Strategia” invece di “Piano” energetico, perché un Piano in quanto tale avrebbe dovuto essere sottoposto a Valutazione Ambientale Strategica come per legge, al pari dei Piani Energetici Regionali appunto sottoposti a VAS.
Con la definizione di “strategia”, quindi, si eludono le normative sulla Valutazione Ambientale, con buona pace della sostenibilità e in ossequio al potente di turno…
La naturale conseguenza di questo colpo di mano governativo è l’arrivo di un nefasto provvedimento con cui il Governo vuole elargire ulteriori, enormi incentivi finanziari ventennali all’eolico ed altre fonti cosiddette rinnovabili, con cui saranno alimentate devastazioni a tappeto.
E’ per questo che Emiliano deve intervenire duramente in sede di conferenza Stato Regione, dove sta per essere presentata questa “polpetta avvelenata” al territorio, quello meridionale in particolare.”
Manfredonia si trova alle prese al momento con questo nuovo progetto energetico offshore, dopo le contestazioni avvenute al progetto di un impianto di stoccaggio Gpl della società Energas. Quali sono i recenti sviluppi su tale questione?
“Manfredonia e per lo meno anche Zapponeta e Margherita, che si estendono in simbiosi urbanistica, sono alle prese con questi progetti industriali energetici, sia a mare che sulla terra ferma, per altro dopo la pesante eredità storica dell’Enichem.
E’ per questo che le opposizioni ai progetti non vanno banalizzate: non si sta dicendo NO, si sta dicendo BASTA per voltare pagina.
Il mega impianto Energas ci vede particolarmente in prima linea nella opposizione esercitata da quasi 20 anni !
La consapevolezza è cresciuta, siamo sulla stessa lunghezza d’onda della popolazione che si è chiaramente espressa con un netto NO al referendum, di un comitato locale e varie associazioni, impegnate anch’esse in azioni di sensibilizzazione, manifestazioni e contrasto, oltre che di tutte le forze politiche locali e dell’Amministrazione comunale che ha sposato una linea determinata con un ricorso al TAR, reciprocamente condiviso con un altro ricorso intrapreso proprio dalla LIPU, contro il maldestro parere ambientale positivo del Ministero Ambiente.
Quest’ultimo è confluito insieme ad altri pareri (come quello positivo e del tutto opinabile espresso dal Comitato Tecnico Regionale del Min. dell’Interno per la sicurezza) nella procedura autorizzativa gestita dal Ministero allo Sviluppo Economico, che ora potrebbe esprimersi in qualunque momento.”