Taranto – Mense ospedaliere. Lettera aperta dei lavoratori: “A rischio 2500 posti di lavoro”.
TARANTO – Riportiamo integralmente il testo della lettera aperta dei lavoratori della mensa ospedaliera di Taranto, che rischiano la chiusura delle cucine interne ospedaliere per l’affidamento – con gara d’appalto – della Regione Puglia ad una società che affiderebbe i servizi di mensa a centri di cottura esterni.
2500 i lavoratori della Regione Puglia che attualmente rischiano riduzione delle ore lavorative e licenziamento.
“Il 25 OTTOBRE si sono riuniti i lavoratori delle mense ospedaliere della Asl Taranto, che dopo aver preso visione della “consultazione preliminare di mercato” pubblicato dalla società Innova Puglia Srl, incaricata dalla Regione Puglia di organizzare l’appalto unico per le cucine ospedaliere e dal “documento della consultazione preliminare di mercato”, per manifestare il proprio dissenso per i seguenti motivi: contraddizione per gli impegni presi dagli esponenti politici e tecnici, che avevano escluso la chiusura delle cucine interne ospedaliere a favore dei centri di cottura unici e introduzione del cook&chill; la facoltà lasciata ai concorrenti di scegliere se utilizzare i centri di cottura “agibili” e la tipologia di cottura (fresco/caldo o convenzionale, cook&chill o refrigerato e cook& freeze o surgelato). In particolare con riferimento alla Asl di Taranto appaiono incomprensibili le ragioni per cui ben tre centri di cottura interni – Grottaglie, Martina Franca e Taranto – vengano dichiarati inagibili, nonostante siano tutt’ora in uso e siano stati addirittura ristrutturati solo pochi anni fa con interventi di adeguamento e messa a norma, che hanno richiesto un importante intervento economico.
Puntare su centri cottura esterni vorrebbe dire penalizzare i lavoratori e peggiorare la qualità del servizio a danno degli utenti delle strutture ospedaliere. Trattandosi di gara regionale il problema non è limitato solo alla nostra provincia, ma è un problema regionale, che coinvolge circa 2500 famiglie che rischiano il posto di lavoro o la riduzione delle ore, pur lavorando da circa trent’anni, vengono ancora considerati merce di scambio ad ogni scadenza di appalto; la mancata convocazione dei sindacati come da accordi intercorsi durante l’incontro-confronto tra i rappresentanti della Regione e le OSS di categoria avvenuto il 16 maggio presso il Dipartimento delle politiche della salute e del benessere sociale della Regione Puglia.
Dichiarano, pertanto, che la strada migliore da intraprendere sarebbe quella dell’internalizzazione del personale di ristorazione, che assicurerebbe un servizio migliore agli utenti, garanzie occupazionali e risparmi per le casse pubbliche, come già si è verificato con gli altri servizi.
Si conclude chiedendo a gran voce sostegno alla politica, alle organizzazioni sindacali, alle associazioni a tutela del diritto degli ammalati. Qualora i lavoratori non avessero nessuna risposta concreta in merito, proclamerebbero lo stato di agitazione, non escludendo, eventuali giornate di sciopero.”