Taranto – Rifiuti nei parchi minerali Ilva: il dossier-denuncia di Peacelink.
TARANTO – L’Associazione Peacelink ha inviato un dossier alla Procura della Repubblica per segnalare la presenza di cumuli nei parchi minerali Ilva “contenenti rifiuti, sottoprodotto, fanghi e polverino che sembrano derivare dal processo produttivo degli impianti Ilva e che sono ben differenti dai cumuli dei minerali di ferro e carbone stoccati al fine dell’approvvigionamento dello stabilimento Ilva di Taranto”.
Peacelink ha chiesto oltre che alla Procura, ad Arpa Puglia e al Comune di Taranto di poter accedere alla documentazione che attesti la classificazione dei cumuli, la loro natura come scarto produttivo eventuale e l’analisi di rischio sanitario che comporta il loro stoccaggio.
Nei giorni di Wind Day, il vento da nord e nord-ovest solleverebbe – secondo quanto riporta il dossier – questi cumuli, riversandosi sulle case del quartiere Tamburi e di conseguenza entrando in contatto gli abitanti della zona: “dalle fotografie e dai video che documentano il fenomeno wind day avvenuti in questi ultimi giorni, è possibile constatare la completa copertura da parte delle polveri provenienti dall’area industriale dei quartieri della città, in particolare quelli ad essa adiacenti.”
Nelle foto che corredano il dossier vengono evidenziate le distanze dei cumuli (individuati in cumuli A- B- C) dalle case e rispettivamente a 250 metri, 600 metri e 800 metri.
Peacelink ha ricevuto testimonianze e materiale fotografico anche da alcuni operai Ilva che evidenzierebbero la presenza di materiale di scarto (polverino, scaglie ferrose, scarti della pulizia dei parchi minerali) a formare questi cumuli.
Sul cumulo che nelle foto viene definito “cumulo A” si nota la presenza di materiale solido mescolato a materiale polveroso, mentre il “cumulo B “ ( di natura fangosa e circoscritto da una recinzione in plastica, attorniato da vegetazione e da acqua per evitare probabilmente la dispersione del materiale polveroso, come avviene attraverso l’utilizzo del Fog Cannon, – una macchina che emette acqua nebulizzata per abbattere le polveri volatili – per i cumuli approvvigionati nei parchi.
Il “cumulo C” che dista a 600 metri dalle abitazioni, nelle foto di questi anni (2007 – 2009 – 2013 – 2015 – 2016), risulterebbe essere il più datato dei cumuli, composto da materiale fangoso e polveroso e secondo quanto riportato nel dossier, come sia stato alimentato negli anni e in “divenire”, con l’apertura di un varco che verosimilmente servirebbe per stoccare altro materiale del processo produttivo degli impianti.
Peacelink: “Non sarebbero quindi solo le polveri del minerale approvvigionato e stoccato nei parchi a posarsi sulle case della città ma anche le polveri di questi cumuli, pertanto è necessario sapere se sono tossiche, se sono pericolose quando inalate e se contaminano i terreni.”
(Ph Luciano Manna)