Taranto – Operazione “Cyberlocked” della Guardia di Finanza, contro la pirateria informatica. Un indagato a Manduria.
Maxi operazione della Guardia Di Finanza – del Nucleo Speciale Frodi Tecnologiche – denominata “Cyberlocked”, che ha eseguito perquisizioni nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica di Torino – Dott. Cesare Parodi, scattata a seguito di un’attività investigativa che avrebbe consentito l’individuazione di un’organizzazione su scala nazionale, di pirati informatici che grazie a strumentazioni tecnologiche di alto livello, sarebbero riusciti a decriptare e rimuovere le protezioni dal materiale digitale coperto dal copyright, per poi immettere i prodotti piratati sul mercato nazionale, confezionando prodotti di qualità pari all’originale.
I militari, dopo attenta attività di indagine, avrebbero carpito gli indirizzi IP per poi riuscire a risalire agli effettivi gestori dei siti. Sui siti oggetto di sequestro sono stati aggregati ed offerti una grande varietà di contenuti. Il meccanismo di condivisione degli stessi, mediante il caricamento sui c.d. Cyberlockers, che garantiscono un servizio di archiviazione su internet, ha favorito la rapida diffusione di un fenomeno sempre più preoccupante per l’economia legale: per percepirne la portata è sufficiente considerare che le citate risorse web registrano quotidianamente milioni di download.
Il business del filesharing ha sempre rappresentato un’enorme fonte di guadagno per i criminali informatici. Si stima che il danno inflitto all’economia nazionale dalla pirateria digitale superi 1.2 miliardi di euro e più di 6000 posti di lavoro persi ogni anno.
Questa operazione, gestita dagli uomini della Guardia di Finanza con l’aiuto dei reparti di Manduria, Molfetta, Pescara, Cagliari, Arzignano e Treviso, avrebbe consentito di individuare 8 indagati, in concorso tra loro, per violazione del diritto d’autore e cessione a terzi e con scopo di lucro di materiale soggetto al diritto d’autore. Gli indagati sarebbero residenti o domiciliati a Torino, Terlizzi, Collecorvino, Nuraminis, Montecchio Maggiore, Spresiano, Manduria e Terracina.
Sarebbero inoltre 20 i siti illegali oscurati mediante inibizione, 12 i computer sequestrati, oltre al materiale utilizzato, tra cui anche 30 hard disk.