Taranto – La decisione della Corte Costituzionale sul ricorso della Regione, in merito al decreto-legge “Salva Ilva”.
La Corte Costituzione ha bocciato il ricorso intrapreso dalla Regione Puglia lo scorso ottobre, in merito all’esclusione della Regione nel confronto sulle misure da tenere rispetto alla questione Ilva, anche solo come espressione di “parere non vincolante” con conseguente approvazione del decreto-legge 9 giugno 2016, n. 98 : “Disposizioni urgenti per il completamento della procedura di cessione dei complessi aziendali del Gruppo ILVA” e con violazione – secondo il ricorso presentato – dei principi di leale collaborazione e nel rispetto del potere decisionale degli enti su questioni attinenti il territorio di competenza.
La Consulta ha ritenuto però infondato il ricorso della Regione, poiché come da testo della sentenza: “la natura di azienda di interesse strategico nazionale, le ricadute delle vicende che hanno riguardato lo stabilimento Ilva di Taranto sul piano occupazionale, ambientale, sanitario ed economico, la necessità di perfezionare le procedure di trasferimento a terzi delle attività aziendali del gruppo Ilva in amministrazione straordinaria e di armonizzare la tempistica delle misure di tutela ambientale con l’autorizzazione all’esercizio d’impresa sono tutti elementi che denotano la necessità di intervenire urgentemente in questioni di pubblica utilità con misure ‘ad hoc’, come del resto già era avvenuto nel passato e come ritenuto da questa Corte con la sentenza 85 del 2013”.
Intanto, a seguito della sentenza, il Vice Ministro dello Sviluppo Economico Teresa Bellanova, ha dichiarato: “Consiglio di scegliere la via della leale collaborazione nell’interesse di tutti”.
Il decreto legge rientra quindi, secondo la Corte Costituzionale, nel contesto delle decisioni a carattere di pubblica utilità.