Caso Cucchi. Offese al Vicebrigadiere Tedesco, c’è il primo rinvio a giudizio.
A cura di Elena Ricci
«Questo pompato da porcherie da palestra indossa la divisa, è stato protagonista del pestaggio di Stefano Cucchi, e da intercettazioni telefoniche sembra che ne sia vantato. Ha denunziato Ilaria Cucchi, la coraggiosa sorella di Stefano, per aver pubblicato questa foto. Io sto con Ilaria e la ri-pubblico. Denunciateci tutti».
Esordiva così il 5 gennaio del 2016, un 54enne, che sul proprio profilo facebook, aveva pubblicato la foto del Vicebrigadiere Francesco Tedesco in costume da bagno, precedentemente diffusa da Ilaria Cucchi sulla sua pagina pubblica.
Il 54enne, aveva altresì – come si legge dagli atti in nostro possesso – invitato gli utenti del social a “farsi coraggio” e condividere. Inutile dire che il post è subito diventato virale, scatenando una miriade di condivisioni, commenti offensivi e minacce nei confronti del giovane carabiniere.

Avv. Eugenio Pini
Il Vicebrigadiere Tedesco, vittima di un crudele quanto violentissimo pestaggio mediatico, ha presentato da allora circa 1300 querele per diffamazione. Oppostosi ad alcune richieste di archiviazione pronunciate nei confronti di alcuni siti di informazione, recentemente ha ottenuto – assistito dagli avvocati Eugenio Pini del Foro di Roma e Massimo Ciullo del Foro di Brindisi – una proroga delle indagini per ulteriori quattro mesi, finalizzate all’identificazione degli autori dei post offensivi.
Un’altra notizia che finalmente rende onore al tanto agognato principio della presunzione di non colpevolezza, così come costituzionalmente sancita dall’art.27, comma 2, è quella di un primo rinvio a giudizio proprio in capo al 54enne che il 5 gennaio del 2016 condivise la foto di Tedesco. Dovrà presentarsi alla sbarra il 5 luglio del 2018. Le accuse sono quelle di trattamento illecito dei dati personali, in violazione dell’art. 167, comma 1 del d.lgs 196/2003; istigazione a delinquere (art. 414 comma 1 c.p.) e diffamazione a mezzo stampa (art. 595, comma 3 c.p.).
Tedesco, lo ricordiamo, è uno dei cinque Carabinieri indagati nell’inchiesta bis per la morte

Avv. Massimo Ciullo
di Stefano Cucchi. Le accuse in capo al Vicebrigadiere sono quelle di omicidio preterintenzionale, falso e calunnia. Insieme a lui, indagati per omicidio preterintenzionale anche i carabinieri Raffaele D’Alessandro e Alessio Di Bernardo. Il Maresciallo Roberto Mandolini (allora comandante della Stazione Appia) e Vincenzo Nicolardi, sono invece indagati con le accuse di calunnia e falso.
Ricordiamo anche, ad onor del vero, le anomalie di un processo che dal suo inizio ad oggi, siamo stati abituati a seguire e a celebrare sui social e, lo sappiamo bene, la rete spesso non perdona. La stessa rete di giustizialisti, di je suis charlie, con l’abito adatto all’evenienza del momento. La rete in cui regna l’ipocrisia e la speculazione, di chi per cercare la verità chiede 10 in via ordinaria e 50 se la sostieni. Ma questo è un altro discorso. La Magistratura, quella vera, farà sicuramente il corso che ci auguriamo. Quello di luce in un processo tanto anomalo quanto opaco.
Elena Ricci