Lecce- I nuovi restauri a Santa Croce: e si comincia con una gaffe istituzionale.
Il 26 ottobre scorso è stato presentato il progetto di restauro della chiesa di Santa Croce, monumento fra i più importanti per la storia del Barocco e Rinascimento pugliese. La conferenza ha avuto uno svolgimento sotto riflettori che hanno evidenziato luci, ombre e penombre. Quali siano le luci e quali le ombre ne discuteremo in interventi successivi, oggi parleremo solo delle penombre ovvero di quelle che metaforicamente potrebbero essere apparse sul volto del presidente della Provincia di Lecce, A. Gabellone, che di quella conferenza sembra essere stato il convitato di pietra. Il presidente lì non c’era e ciò semplicemente perché non invitato come ha avuto modo di confermarci egli stesso. E che cosa c’entra la Provincia di Lecce e quindi il presidente Gabellone con i restauri di Santa Croce? A ben vedere le immagini del progetto di restauro di questa chiesa si nota che le impalcature, saranno presenti fino al 2018 (potrebbe essere anche dicembre), copriranno non solo la facciata del noto edificio leccese ma addirittura una parte del palazzo dei Celestini di proprietà provinciale. Anche di questa parziale occupazione provvisoria il presidente A. Gabellone non è al corrente, ce lo ha confermato. Come definire tutto ciò? Mancanza di buona educazione? Non lo sappiamo. Senza evocare troppo il corretto rapporto fra istituzioni verrebbe però da chiedersi: a chi piacerebbe vedersi occupare una parte della facciata della propria casa a sua insaputa? Il progetto di restauro è stato approvato e redatto dalla Soprintendenza di Lecce, che, alla conferenza è stata rappresentata dall’architetta M. Piccarreta, soprintendente, e da chi il progetto molto sommariamente ha esposto, l’architetta G. Cacudi, indicataci come curatrice dell’intervento di restauro e funzionaria della stessa soprintendenza. Quest’invasione di campo della facciata dei Celestini è avvenuta senza che nemmeno questi diretti interessati ne sapessero nulla? Oppure in Italia esiste uno stato nello stato e c’è qualche istituzione che può fare ciò che vuole a dispetto ed insaputa di altre istituzioni? Difficile crederlo, certe però sono almeno due cose: una soprintendenza dovrebbe almeno soprintendere e quindi sapere, conoscere; la buona educazione, di qualunque natura essa sia, non ha mai fatto male a nessuno e vale per tutti e verso tutti.
Fabio A. Grasso