Taranto – Si negano le cure radioterapiche al Moscati: “Andate in altre strutture”
Il reparto non riesce a somministrare le cure sanitarie e quindi i pazienti devono provvedere diversamente, con il proprio portafoglio e facendo decine di chilometri. E’ l’amara scoperta che oggi viene fatta da Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti di Taranto.
La polemica era nata qualche settimana fa: al Moscati (nosocomio del quartiere Paolo VI), denunciarono quelli del Comitato, 2 giorni su su 5 la radioterapia e “down”. La faccenda arrivò alle orecchie del Presidente della Regione Michele Emiliano che assicurò una soluzione tempestiva del problema.
Oggi, invece, sempre il Comitato scopre che le cose non sembrano per niente cambiate. Anzi.
Grazie alla segnalazione di un paziente affetto da Astrocitoma di II e III grado (come si legge in foto allegata) si è venuti a conoscenza del fatto che quando il reparto è in sovraffollamento i pazienti possono essere invitati a curarsi presso altre strutture (foto allegata).
“Ricordate il blocco della radioterapia – scrivono su un post i Liberi e Pensanti su facebook – di qualche giorno fa? E il tweet del Presidente Michele Emiliano in cui diceva che grazie al suo intervento tutto era stato ripristinato?
Noi sapevamo che sarebbe stata solo una soluzione temporanea. Infatti oggi il reparto di radioterapia dell’Ospedale #Moscati di #Taranto è stato protagonista di un altro episodio di #sanitànegata. Proprio questa mattina infatti abbiamo saputo, grazie alla denuncia di un paziente e della sua famiglia, che i malati per i quali sono necessarie sedute di radioterapia vengono dirottati verso altre strutture, in quanto il reparto non riesce a soddisfare tutte le richieste che arrivano da Taranto e dalla provincia.
Nella foto che pubblichiamo è scritto nero su bianco che al paziente “si consiglia di consultare altri Centri di Radioterapia Oncologica”. Un caso di cui rendiamo conto ma chissà quanti ne esistono senza che nessuno lo sappia.
Non ringraziamo e non esultiamo solo per alcune parole dette a spot perché è chiaro come ancora una volta tutti siamo costretti a subire e a vederci negato il diritto di cura nella nostra città.
Il problema, cari dirigenti, cari politici e cari burocrati è che non tutti hanno la possibilità economica di andare altrove e non tutti possono permettersi fisicamente di fare viaggi giornalieri di 200 chilometri per potersi curare”, concludono i Liberi e Pensanti.