Terremoto in centro Italia; cronaca di una morte annunciata
Che la zona dell’ultimo terremoto nel Lazio fosse altamente rischiosa lo si sapeva; che le abitazioni non fossero evidentemente a norma antisismica hanno fatto finta di non saperlo. Per giunta, con grande cinica beffa ,il terremoto ha colpito di notte e alla stessa ora di quello che solo sette anni fa distrusse la vicina città dell’Aquila. Quello che non sappiamo o facciamo finta di non sapere è l’incapacità degli amministratori a tutti i livelli e di tutti i colori. Usare i fondi europei per risanare e mettere a norma antisismica il patrimonio paesaggistico ed urbano sarebbe e sarebbe stata l’operazione più naturale e normale in un paese normale. Ma noi non viviamo in un paese normale. Lodevole la prontezza della città dell’Aquila che ha subito mandato soccorsi e dichiarato la sua disponibilità ad ospitare i terremotati, lodevole pure il comportamento della macchina della protezione civile e della solidarietà dell’intero Paese. Ha detto bene il sindaco dell’Aquila, Mauro Cialente, lui che ieri notte, arrivato sul luogo del disastro, si è visto riproporre agli occhi la stessa scena della sua città, devastata, morta, crollata. Il sindaco del capoluogo abruzzese propone l’attuazione di un piano di messa in sicurezza necessariamente lungo e costoso. Il governo Renzi si chiede come rilanciare l’economia: ecco questo sarebbe un’ottima idea. Il problema è che in Italia siamo incapaci di gestire progetti di lunga durata così come non abbiamo la cultura della manutenzione. Passeranno dei giorni, finirà l’emergenza sui media perché sostituita da altra ancora e così di emergenza in emergenza nulla si farà se non continuare a morire per l’incapacità altrui, quella di un sistema politico terremotato nella coscienza.
fabio A. grasso
foto da LaStampa.