Taranto- Inaugurazione della nuova sezione del museo nazionale archeologico. Noi genti di Puglia facciamo così:
Il 29 luglio scorso alla presenza del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi ed altri ministri del suo governo è stato inaugurato il secondo piano del Museo Archeologico di Taranto (MArTa). Gli ingredienti di questo tipo di eventi seguono oramai un cliché: dentro i politici e le autorità, fuori, sotto un caldo asfissiante in questo caso, manifestanti in lotta per il diritto alla salute e al lavoro e la polizia a tutela dell’ordine pubblico. In effetti questa storia potrebbe essere raccontata in mille modi diversi. Qualcuno potrebbe infatti soffermarsi sugli abiti dei presenti, qualcun altro potrebbe invece dedicarsi a raccontare le opere d’arte esposte nel museo, qualcun altro ancora potrebbe ricordare i dati che M. Renzi ha sfoderato sul suo Jobs act o alcune frasi ad effetto come “la cultura deve avere un futuro” o altra del tipo “ non firmerò più assegni in bianco”. Altri ancora potrebbero sottolineare dell’evento invece il rapido campanilistico scambio di battute ricordato dal fiorentino Matteo con la pisana (di formazione) Eva degli Innocenti, direttrice del museo. Ed invece no, noi genti di Puglia abituati al silenzio infinito del nostro mare, dei suoi paesaggi che hanno fatto del vuoto la poesia della sua storia, vogliamo cominciare dall’assenza. Noi genti di Puglia facciamo così. L’assenza è prima di tutto quella del presidente della regione Puglia, Michele Emiliano, e poi quella dei nomi dei due principali protagonisti del nuovo allestimento: Augusto Ressa, architetto della locale Soprintendenza, già autore dell’allestimento del primo piano inaugurato circa tre anni orsono e la dott.ssa Antonietta dell’Aglio, archeologa nella stessa Soprintendenza, che ha avuto, assieme ai suoi collaboratori, la cura scientifica. Noi genti Puglia amiamo riconoscere l’altrui impegno, la dedizione di chi lavora soprattutto se lo fa per lo Stato, per la Repubblica, per il bene comune e per molti anni. Questi nomi non sono stati ricordati nei loro interventi né dalla neo-direttrice né da Renzi e neppure da Franceschini. Anzi c’è da dire di più, perché tanto il presidente del Consiglio che il ministro hanno invece sottolineato entrambi l’importanza della nuova direttrice (in carica dopo avere vinto il concorso pubblico voluto proprio da Renzi e Franceschini) come se la storia buona del museo dovesse cominciare solo con la nomina del nuovo direttore otto mesi fa. Noi abbiamo il nostro passato e non lo dimentichiamo così come non dimentichiamo quello di chi ci ha preceduti. Noi i nomi li ricordiamo perché amiamo la verità e la libertà. Noi, genti di Puglia, amiamo la buona educazione ed il rispetto anche per chi la pensa diversamente da noi. Noi, genti di Puglia facciamo così.
Fabio A. Grasso.