Mr. Holmes, il lato umano di Sherlock
È stata rilasciata la versione home video del film di Bill Condon, Mr. Holmes, distribuito nelle sale italiane il 19 novembre 2015. Si tratta dell’ennesima rivisitazione cinematografica del detective più famoso d’Inghilterra, protagonista degli acclamati romanzi di Sir Arthur Conan Doyle. In questo caso, ci viene presentato per la prima volta uno Sherlock Holmes di 93 anni, pieno di acciacchi, con un principio di demenza senile che mina le sue funzioni mentali, le sue capacità logico-deduttive, che l’hanno reso famoso, e soprattutto la sua memoria. L’anziano detective vive in campagna, con una governante e suo figlio, il giovanissimo Roger (Milo Parker), affascinato dalla cultura e dall’intelligenza innata di Holmes, ancora visibile tra le rughe e le difficoltà tipiche di un ultranovantenne. Sherlock, imbattendosi in uno dei racconti pubblicati da Watson, in particolare quello che descrive il suo ultimo caso, capisce che qualcosa non torna, che la storia è stata cambiata e che, nel ricordo perduto di quel caso, risiede la causa del suo ritiro a vita privata e dei suoi tormenti. Aiutato da Roger, l’ultima indagine di Holmes sarà quella più complessa di tutte: dovrà indagare tra i propri ricordi offuscati, non solo dall’età, ma anche dal senso di colpa, da un’ansia, da una scelta presa in passato che ha cambiato per sempre la sua vita. Il personaggio di Doyle è stato riadattato, riscritto, reinterpretato in moltissimi modi, basti pensare allo Sherlock dell’omonima serie tv britannica, interpretato da Benedict Cumberbatch, simile a quello dei romanzi, ma vissuto ai giorni nostri, o ancora a quello dei film di Guy Ritchie, con il volto di Robert Downey Jr., più “d’azione” e “violento” dell’originale. In questa pellicola Ian McKellen dà vita all’evoluzione, o meglio, alla crescita di un anziano Sherlock Holmes, mitizzato dai romanzi di Watson (che diventa la personificazione di Doyle nell’universo di Mr. Holmes) e dai numerosi film tratti da essi (che sono effettivamente i primi film dedicati al detective, che susciteranno l’ilarità dell’anziano Sherlock). Il lavoro di McKellen è a dir poco perfetto, in quanto interpreta lo stesso personaggio a circa 70 anni (nei flashback) e ad oltre 90 anni, mostrando nei gesti, nelle espressioni del viso, le logiche differenze che scaturiscono dal suo invecchiamento, ma soprattutto mostrando una tenerezza, una fragilità ed una umanità atipiche per il protagonista dei romanzi, ma perfettamente coerenti considerando la sua crescita. Holmes si rimette in discussione, lotta con la sua vecchiaia per recuperare emozioni e ricordi perduti e per comprendere a pieno il suo modo di essere ed il mondo che lo circonda. Si affida, più o meno consapevolmente, alla guida di Roger che, con il suo entusiasmo giovanile, permette a Sherlock di scoprire il suo lato più umano e “paterno”, il suo lato emotivo, per troppo tempo sigillato dalla razionalità delle sue deduzioni e delle sue azioni, che lo hanno costretto ad una vita governata dalla solitudine. Non si tratta di un semplice film sul detective, perchè Mr. Holmes si evolve in una riflessione profonda sulla condizione umana, sul valore della razionalità, ma soprattutto sul valore dei sentimenti e dei legami, che vanno oltre ogni logica, oltre la ricerca ossessiva della verità, portata avanti da Holmes per la maggior parte della sua vita. Un film delicato, lento, ma non noioso, che prende un personaggio letterario, un idolo e lo rende “vero” e “tangibile” come nessun’altra trasposizione cinematografica era mai riuscita a fare, perchè è l’unico caso in cui il detective, la maschera di fredda razionalità con manie antisociali, viene messo da parte, per lasciare spazio all’uomo.