Taranto, i dettagli della sentenza – Far west in un bar. Condanna ridimensionata a 1 anno e 8 mesi
Il 13 agosto 2015 nelle prime ore del pomeriggio , le 15.30 circa, , nella centrale via Gramsci a Grottaglie si registrarono scene da far west. Infatti nei pressi del Bar Prince furono esplosi diversi colpi di arma da fuoco circa 3 secondo il personale del Commissariato di Grottaglie intervenuto. Le indagini condotte dal V.ce Questore Dr. Maruzzella, consentirono di ricostruire l’accaduto e di far emergere un contrasto tra pregiudicati, che determinò un litigio conclusosi con la esplosione di colpi d’arma da fuoco da parte del Micelli Franco, 49 anni.
La ricostruzione degli inquirenti fu determinata dalla acquisizione delle immagini del circuito di video sorveglianza del Bar Prince e dalle dichiarazioni dei presenti, nonchè dai rilievi balistici operati sulla scena del crimine. L’alterco vide interessati il 27 enne Micelli Raffaele, che, giunto con il padre nei pressi del Bar Prince, incrociò un legale grottagliese con il quale ne nacque probabilmente un diverbio. Il diverbio degenerò e vide il coinvolgimento, secondo l’ipotesi degli investigatori, anche di altri pregiudicati presenti presso il bar. Infatti fu accertata la presenza del pregiudicato V. F. , e della moglie A. T. , di M. C. e di V. D. .
In seguito al degenerare della situazione intervenne il padre del Micelli che attendeva in auto, che esplose diversi colpi di pistola. Secondo gli inquirenti il movente del litigio con il legale era solo una ipotesi, tenuto conto che lo spessore dei pregiudicati presenti poteva celare altri scenari rimasti oscuri agli inquirenti. Infatti la notte precedente, secondo le indagini, il Micelli Franco subì una aggressione da due individui armati di pistola nel mentre era nell’autovettura con la moglie e la figlioletta. Non si è accertato se i due episodi fossero collegati. Nel mese di ottobre 2015, in seguito alle indagini che fecero chiarezza, i Micelli padre e figlio furono tratti in arresto in seguito ad ordinanza emessa dal Gip di Taranto Dottoressa Valeria Ingenito, con le accuse di detenzione e porto in luogo pubblico di una pistola calibro 9×21, per tentativo di lesioni personali e minaccia aggrava dall’uso dell’arma, contro V. F. , A. T. , M. C. e V. D. bersagli dell’agguato secondo gli inquirenti, e per lesioni personali cagionate dal pugno sferrato dal Micelli al legale.
In seguito alla celebrazione del processo con il rito abbreviato, il Pm aveva chiesto la condanna per gli imputati per tutte le accuse ad anni 3 e mesi 6 di reclusione. La difesa,
rappresentata dall’Avv. Luigi Danucci (del foto di Taranto e con studio legale in San Giorgio Ionico) per Micelli Raffaele e dall’Avv. Biagio Leuzzi per Micelli Franco, rappresentava alcune lacune delle indagini.
In primis i difensori facevano emergere che l’esplosioni di colpi da parte del Micelli non integrava una vera e proprio offesa ma, alla luce dell’aggressione subita dal figlio, rappresentava una difesa seppur realizzata con eccesso e sproporzione.
In secondo luogo i legali hanno dimostrato che nessun alterco diretto vi fu con V. F. , A. T. , M. C. e V. D. , che dalle indagini sembravano in ottimi rapporti con i Micelli. Pertanto, sulla scorta degli assunti difensivi, il Gup di Taranto ha assolto con formula piena i Micelli dalle accuse di lesioni e di tentativo di ferimento con l’arma ma li ha condannati solo alla pena di porto in luogo pubblico e detenzione di arma da sparo, ed il Micelli Raffaele per le lesioni cagionate attraverso il pugno sferrato al legale.
Gli avvocati Danucci e Leuzzi hanno ottenuto così l’assoluzione per il reato di lesioni e minacce con l’arma e la pena finale è risultata notevolmente inferiore a quella richiesta dalla Pubblica accusa, di anni 1 mesi 8 .