Brindisi- Inchiesta Xylella, 10 indagati tra cui Silletti. Gli ambientalisti sui Social e in Procura: “Grazie”
“Ci hanno chiamato pazzi, ci hanno detto ma Nn avete nulla di meglio da fare, terroristi, anarchici e di tutto e di più….. Ma Nn sanno che ci sono state persone che hanno perso notti intere di sonno, hanno trascurato lavoro e famiglie, hanno pianto, si sono arrabbiate ma uniti e con il cuore hanno ottenuto l’ascolto di qualcuno che ci ha aiutato ad ottenere quella che ieri è stata una vittoria… Grazie a tutti”
Commenta così, a freddo, su facebook una giovane mamma del popolo degli ulivi, a qualche ora di distanza dalla bufera giudiziaria che si è abbattuta ieri sul commissario straordinario per il contenimento della xylella fastidiosa Giuseppe Silletti, adesso indagato insieme ad altre nove persone per diffusione colposa di una malattia delle piante, inquinamento ambientale colposo, falsità materiale e ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, getto pericoloso di cose, distruzione o deturpamento di bellezze naturali.
Dall’inchiesta della Procura di Lecce è scaturito anche un decreto di sequestro a firma dei pm Elsa Valeria Mignone e Roberta Licci che impone i sigilli a tutti gli ulivi oggetto di eradicazioni che ricadono nel provvedimento a firma del commissario straordinario.
Il cuore dell’inchiesta, ha spiegato il procuratore di Lecce Cataldo Motta, durante una conferenza stampa tenuta oggi, riguarda il fatto: “che non è stato accertato il nesso di causalità tra il complesso del disseccamento rapido degli ulivi e la Xylella Fastidiosa”. In più, ci sarebbe anche un rischio per la salute pubblica in quanto “dal momento dell’evidenziarsi della patologia del disseccamento dell’olivo, senza che fosse stata individuata la causa dello stesso,- dicono i magistrati- sono state condotte in territorio salentino una serie di sperimentazioni anche con l’uso di prodotti fortemente invasivi, tanto da essere vietati per legge, in un contesto di grave compromissione ambientale, senza alcun previo studio sull’impatto che tali prodotti avrebbero avuto sull’ambiente e in particolare sulle conseguenze che avrebbero potuto produrre su batteri eventualmente già presenti e silenti»
Durante l’incontro nella stanza del procuratore, è spuntato anche un cartello di ringraziamento da parti di alcuni ambientalisti indirizzato ai due pm titolari delle indagini: “C’è un giudice a Lecce, anzi due. Grazie”
Sotto la lente dei magistrati anche l’ex e l’attuale dirigente dell’Osservatorio fitosanitario regionale, Antonio Guario e Silvio Schito; Giuseppe D’Onghia, dirigente del Servizio Agricoltura Area politiche per lo sviluppo rurale della Regione Puglia; Giuseppe Blasi, capo dipartimento delle Politiche europee e internazionali e dello sviluppo rurale del Servizio fitosanitario centrale; Vito Nicola Savino, docente dell’Università di Bari e direttore del Centro di ricerca Basile Caramia di Locorotondo; Franco Nigro, docente di Patologia vegetale presso Università di Bari; Donato Boscia, responsabile della sede operativa dell’Istituto per la protezione sostenibile delle Piante del Cnr; Maria Saponari, ricercatrice presso lo stesso istituto del Cnr; Franco Valentini, ricercatore presso lo Iam di Valenzano.