Bari – Raccolta firme per salvare l’autonomia del Porto di Bari
Riforma autorità portuali, il fronte del “no” non si arrende: “bisogna salvare l’autonomia del porto di Bari”. Più volte i Consiglieri comunali di centrodestra del Comune di Bari sono scesi in campo per manifestare la loro completa disapprovazione rispetto alla riforma su menzionata. Cavalcando l’onda della protesta, ieri in via Sparano, davanti alla chiesa San Ferdinando, gli stessi Consiglieri hanno organizzato una raccolta firme con l’intento di sensibilizzare la gente sul tema e fare pressione sul Ministro delle Infrastrutture Delrio, che dovrà decidere sulla vicenda. Presente al banchetto il consigliere comunale Giuseppe Carrieri- “le firme verranno inviate al sindaco di Bari Antonio Decaro e al Ministro Delrio per chiedere di non trasferire l’autorità portuale a Taranto” ha commentato.
Ma cosa prevede la riforma? Giusto per semplificare, il testo prevede il dimezzamento delle Authority e una nuova governance. Per quanto riguarda il primo punto, l’obiettivo è ridurre (da 25 a 14) il numero dei porti italiani strategici da inserire nella rete portuale transeuropea attraverso l’accorpamento delle autorità portuali. Nella fattispecie concreta la riforma prevede che la Puglia abbia una sola Autorità Portuale, da individuare nella città di Taranto. Ipotesi che inizialmente era superata dalla previsione di accorpare le quattro attuali sedi in due uniche sedi regionali: Bari per il Mar Adriatico e Taranto per il Mar Ionio. Bari e Taranto, infatti, sono entrambi porti riconosciuti “core” dell’Unione Europea e la scelta del Governo italiano declassa il porto di Bari a semplice scalo/direzione portuale.
La riforma è stata aspramente criticata anche da sindacati, Confindustria, associazione e vari operatori portuali. Per i consiglieri comunali di centrodestra del Comune di Bari sono diverse le motivazioni, prettamente tecnico-logistiche, a sostegno del mantenimento della sede di Bari: dalla rete transeuropea di trasporto TEN-T che passa per il capoluogo di Regione al “passaggio” dei due “corridoi” europei (Baltico/Adriatico e Scandinavo/Mediterraneo), interessati da investimenti pari a circa 20 miliardi di euro. Alla luce di queste motivazioni anche oggi, a partire delle 16, verrà allestito in via Sparano il banchetto per la raccolta firme. Inoltre i promotori della protesta hanno chiesto la convocazione di una seduta monotematica del Consiglio Comunale, fissata per il prossimo 23 novembre, per discutere il trasferimento dell’autorità portuale a Taranto.