Taranto – Mitilicoltura al collasso causa innalzamenti termici. Ci pensa Pelillo
Il settore della mitilicoltura a Taranto si trova ad affrontare l’ennesima difficoltà. Un settore oramai, vessato da quelle che sono le problematiche strutturali ed ambientali. Problematiche strutturali, per fare emergere il sommerso (cosa ovviamente non facile), e problematiche ambientali, quelle più gravi, che hanno compromesso in questi anni, una delle tradizioni più grandi della città di Taranto. Forse il tarantino non lo sa, forse il tarantino ignora, cosa c’è dietro l’allevamento del mitile. Acquistare le cozze in pescheria e dire che sono buone perché provengono da Taranto, forse non basta. Non basta, non basta quando tutto il procedimento per renderle così buone e autentiche, viene compromesso da fattori ambientali. Ed è questo il caso dell’ennesima emergenza che vede il settore al collasso. La produzione di cozze ed ostriche a Taranto sta morendo, a causa di un anomalo innalzamento delle temperature delle acque tarantine. Questo fenomeno ‘anomalo’ ha provocato numerosi danni all’attività di mitilicoltura, che a Taranto avviene in maniera naturale e non in laboratorio. Con questo aumento delle temperature marine, è andato distrutto quasi l’80% del prodotto, pari a circa 400 tonnellate pronto per il mercato. Immaginiamo da questi numeri, l’enorme perdita per il settore. A causa di questo caldo le ostriche sono state svuotate del loro frutto. In sintesi, la situazione è grave. Molto grave. Prodotto perso, lavoro e lavoratori compromesse. Ma cosa sta rimanendo di tarantino in questa Taranto?
L’emergenza pare sia stata sentita dall’onorevole tarantino Michele Pelillo, che insieme all’onorevole Ludovico Vico e agli altri parlamentari PD pugliesi, ha presentato un’interrogazione al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, e al Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare. Nell’interrogazione, oltre alla spiegazione del fenomeno, si legge anche che la Regione Puglia, si starebbe attivando per proporre la declaratoria dell’eccezionalità del fenomeno, affinché lo stesso sia riconosciuto nei territori danneggiati. I mitilicoltori parlano di una perdita che ammonta a 15milioni di euro.
E come intendono intervenire i parlamentari?
Nel caso specifico, come abbiamo detto, Michele Pelillo, congiuntamente agli altri parlamentari pugliesi, presenta un’interrogazione urgente. Nella stessa, si afferma che “sarebbe urgente l’attivazione delle misure previste al riguardo, mediante l’utilizzo del Fondo di solidarietà nazionale, consistenti, tra l’altro, in: contributi in conto capitale fino all’80 per cento del danno accertato sulla base della produzione lorda vendibile media ordinaria; proroga delle operazioni di credito agrario, ossia proroga, per 24 mesi, della scadenza delle rate delle operazioni di credito agrario di esercizio e di miglioramento e di credito ordinario; agevolazioni previdenziali, ossia l’esonero parziale del pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali propri e per i lavoratori dipendenti, in scadenza nei dodici mesi successivi alla data in cui si è verificato l’evento”.
Ancora, si legge nella nota stampa che i deputati PD Pelillo e Vico insieme a tutti gli altri firmatari, chiedono innanzitutto, se i ministri interpellati siano a conoscenza dei fatti, e poi quali iniziative intendono intraprendere. Lo scopo dunque, sarebbe in collaborazione con la Regione Puglia, dichiarare lo stato di eccezionalità della calamità naturale, e capire come far fronte a queste conseguenze che hanno di fatto, provocato danni sia all’economia che all’ambiente marino. Ma come? L’anomalia in realtà, è che si ritenga ‘anomalo’ l’innalzamento delle temperature marine. Non stiamo parlando di certo di un paradiso naturale, se non in realtà di una delle città più inquinate d’Italia, alla quale si somministrano periodicamente palliativi legislativi, che lo stesso Michele Pelillo, ha più volte, con immenso orgoglio, ribattezzato “Salva Taranto”. E alla fine cosa hanno salvato in realtà di Taranto? E’ risaputo che Taranto sia una città inquinata, e se ne conoscono anche i motivi. Chiedere ai Ministeri di attivare le misure risarcitorie e di sostegno, previste dal fondo di solidarietà nazionale, in ottemperanza al D.Lgs 102/2004, in sostegno ai mitilicoltori tarantini, fa onore, ma non basta. Ancora, nell’interrogazione si chiede ai Ministeri competenti di attivare operazioni di indagine per comprendere il fenomeno così da predisporre misure di prevenzione e contrasto. Magari si accorgeranno che è colpa del vapore acqueo, o chissà, magari ne verrà fuori l’ennesimo orgoglio del PD. Il “Salva – Mitili”.