Taranto – Nella provincia dell’accoglienza regna l’indifferenza. Coppia italiana vive con i bimbi in tenda
Oggi vi raccontiamo una storia. Una storia vera, specchio della società in cui viviamo. Prima di raccontare i fatti però, ci sembra opportuno fare alcune premesse. Cominciamo dall’analizzare alcuni termini. Il termine ‘buonismo’: atteggiamento di chi con le parole vuole essere buono sempre e comunque. E poi il termine ‘ipocrisia’: atteggiamento di una persona che vuol far credere di possedere opinioni, ideali, sentimenti o virtù che in realtà non possiede. Ecco, spesso la linea che divide il buonismo dall’ipocrisia, è troppo sottile. Quasi invisibile. Perché diciamo questo? Perché al confine tra il buonismo e l’ipocrisia vivono Giovanni e Francesca, rispettivamente 39 e 30 anni. Questo confine si trova su una spiaggia di Ginosa Marina, dove la coppia vive in tenda oramai da qualche mese, perché non hanno più casa, né lavoro. Sembravano semplici campeggiatori, ma ora che l’estate è finita, e il freddo è alle porte, arriva il punto più difficile: spiegare ai loro figli il perché di questa lunga “vacanza”.
La storia di Giovanni e Francesca deve far riflettere. Si, deve far riflettere perché si tratta di una famiglia abbandonata dalle istituzioni, sia politiche che religiose. Le stesse che troviamo in prima fila quando si parla di solidarietà e macchina dell’accoglienza per i migranti. Non che il fenomeno dei migranti non sia un’emergenza, ma Giovanni e Francesca non sono sbarcati da nessuna nave, non hanno occupato le prime pagine di nessun quotidiano. Allora ci chiediamo: tutta questa solidarietà, tutto questo buonismo, moralismo, che fine fa dinanzi alla disperazione di una famiglia italiana? Solo a seguito di una segnalazione sul portale di informazione Net-UnoTV , comune di Ginosa e Regione Puglia hanno annunciato un intervento. Intanto sono trascorsi mesi, e questa famiglia ha vissuto in una tenda, su di una spiaggia. Senza il piatto caldo, la passeggiata di sera, il calore di un letto, o il ritorno a casa dopo una giornata trascorsa al mare. Siamo però tutti bravi a parlare di solidarietà, e ad insignirci di titoli quali città dell’accoglienza, ignorando completamente la sofferenza del nostro vicino di casa. E’ questa la maledetta linea di confine tra buonismo e ipocrisia.