Taranto – Le reti illegali uccidono nel Mar Grande un esemplare di delfino.
E’ la denuncia che si legge sulla pagina Jonian Dolphin Conservation
Spesso gli spiaggiamenti sono la naturale fine di un cetaceo, MA IN QUESTO CASO NO…
Questa femmina di Tursiope (Tursiops truncatus) è rimasta impigliata nelle reti di qualche pescatore che raffiata come se si trattasse di un pesce l’ha poi rigettata in mare ed abbandonata alle acque del Golfo di Taranto. Trasportata dalla corrente sino alla spiaggia sita in località “le canne” questo povero esemplare rientrerà fra gli esemplari morti per “catture accidentali”.
La cattura accidentale di cetacei con attrezzi da pesca (by catch) nel Mediterraneo è in aumento e si verifica soprattutto a causa di reti derivanti che, sebbene illegali, sono ancora utilizzate in molti paesi per la pesca del tonno e del pesce spada. Anche altri tipi di reti risultano un grosso problema per i delfini: in Mediterraneo infatti sono registrate catture nelle reti da posta (tremaglio e rete ad imbrocco), nelle reti a circuizione, e nelle reti “fantasma” (ghost nets). I cetacei tentano di trovare tra le maglie delle reti facili prede ed invece, si impigliano e non potendo tornare in superficie a respirare, muoiono per soffocamento e per annegamento.
ENORME PERDITA BIOLOGICA se immaginiamo che le femmine di questi esemplari raggiungono la maturità sessuale all’incirca a 10 anni e sono classificati come “vulnerabili” dagli specialisti dello IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione della Natura).