Confesercenti sul Piano Cimino: “Se tutto va bene…”
Se tutto va bene, il Consiglio comunale si esprimerà a breve sulla questione del Piano particolareggiato
denominato “Piano Cimino”.
Se tutto va bene, nonostante l’insostenibile lentezza, si arriverà ad un verdetto.
E se tutto va ancora come deve andare, ci auguriamo di non dover affrontare l’ennesimo fallimento di
questa città a causa dell’approvazione del Piano.
Se ne sono dette tante a riguardo, e se ne continuano a dire. Si chiamano in causa “gli interessi comuni”
con una facilità talmente estrema, quanto imbarazzante.
Dal canto nostro, in quanto associazione di categoria, è chiaro che anche noi rappresentiamo “una parte”.
Non è certo un mistero. Solo che, di fatto rappresentiamo la parte più sofferente. La parte che senza
dubbio riverbera il suo stato di salute su quello della città, sul tanto declamato “interesse comune”. Nella
torre di Babele dei punti di vista sull’approvazione del Piano Cimino, quali di questi pareri trovando spazio
nel concreto, possono apportare realmente un beneficio alla città di Taranto? Quelli, ad esempio, di chi
agevolò a suo tempo l’apertura di strutture afferenti alla GDO e che, casualmente, oggi insiste nello
schierarsi a favore del loro ampliamento? Oppure il parere dei piccoli e medi commercianti? (Rafforzato, tra
l’altro, da un copioso numero di altri portatori d’interesse). Perché, diciamocela tutta e con molta
franchezza. Possiamo appigliarci a tutte le argomentazioni che vogliamo ma, di fatto e con coscienza, si può
dire solamente “no” all’approvazione di questo Piano per fare gli interessi comuni. La realizzazione di
progetti di una tale entità andrebbe sempre contestualizzata. Ci piacerebbe pensare che possano coesistere
nella nostra città un commercio florido a vari livelli (piccolo e grande) o che un’espansione ad est sia
possibile. Ma dovremmo completamente ignorare il momento storico di crisi economica internazionale che
stiamo vivendo nel primo caso e far finta che Taranto sia una città che può contare su un esistente in piena
forma nel secondo. Praticamente affermare che Taranto non sia Taranto. Ma i tarantini si augurano
davvero una mastodontica oasi dello shopping in uno spazio anonimo e schiere di cemento nuovo, quando
il suo cuore sta morendo? Una città che registra un aumento smisurato di saracinesche abbassate, è una
città che abbassa il livello già precario di sicurezza delle sue strade e che non rappresenta di certo
un’attrattiva turistica per nessuno. Questo per citare solo il nostro. Perché se dovessimo elencare tutti i
problemi che la città di Taranto dovrebbe pensare di risolvere, prima di pensare alla realizzazione di una
sorta di panacea a tutti i suoi mali denominata Piano Cimino, non basterebbe un comunicato stampa.
Confesercenti Taranto può dire con orgoglio di spendere sempre tutte le energie a sua disposizione per
cercare di sostenere i commercianti e la sua città, se pure ad un certo punto si deve scontrare con l’inerzia
politico-amministrativa. E certo senza fini ultimi di mero interesse politico – elettorale o di natura
personale. Perché è lecito il dubbio che certe pressanti posizioni possano essere inquinate talvolta da
interessi personali, legati magari a particolari privilegi goduti a seguito di certe alleanze; o che qualcuno
possa avere un interesse particolare anche nei confronti della realizzazione delle nuove edificazioni, perché
ciò si tradurrebbe nella realizzazione di un investimento imprenditoriale personale. A chi fermamente
continua a sostenere che l’approvazione del Piano Cimino ci regalerà ricchezza, felicità e occupazione
(sempre gli stessi, fortunatamente) rispondiamo: anche se fosse, a quali spese? E per il profitto di chi? Cogliamo anche l’occasione per invitare alcuni ad evitare di fare passeggiate per il borgo e di stilare in
seguito la solita solfa di lamentele a mezzo stampa. Perché alla città di Taranto servono i fatti. E
possibilmente quei fatti che facciano i suoi interessi realmente, non quelli della voce di turno.
IL PRESIDENTE
Vito LOBASSO