Pescavano nel Mar Grande utilizzando esplosivi. Tre arresti a Taranto
Intervento della Guardia Costiera, allertata dalle segnalazioni dei cittadini che ieri sera avevano avvertito forti boati
Utilizzo di una tecnica di pesca ileegale e devastante per l’ecosistema, che poteva mettere a rischio anche l’incolumità pubblica: per questo motivo la Guardia costiera di Taranto ha arrestato tre persone, definite “senza scrupoli” dai militari. Di seguito tutti i dettagli dell’intervento, nella nota stampa diffusa dal Comando Guardia Costiera:
Un grave danno all’ambiente marino quello inferto la scorsa notte nel Mar Grande di Taranto da individui senza scrupoli che pur di realizzare in poco tempo un ingente bottino, parliamo dell’ordine di ricavi che possono anche superare i 40.000 € in circa un paio d’ore di attività, non si fanno alcuno scrupolo di arrecare danni a volte irreparabili all’intero ecosistema marino, specie a quello così prezioso ed allo stesso tempo così delicato quale il Mar Grande ed ancor più il Mar Piccolo di Taranto.
Sicuramente la tecnica di pesca illegale più devastante che possa essere utilizzata, in grado di uccidere o ferire mortalmente milioni di esemplari di pesci di tutte le taglie e tipologie, molti dei quali non sono neppure oggetto di raccolta, in quanto questa tecnica di pesca deve necessariamente realizzarsi nel minor tempo possibile, consentendo quindi solo una raccolta parziale, a volte anche marginale, del prodotto colpito.
Allertati quindi da numerosi cittadini che intorno alle 22,00 di ieri hanno udito forti boati provenire dal Mar Grande di Taranto, il Comando della Guardia Costiera di Taranto ha disposto l’uscita di pattuglie via terra per poter cogliere gli autori del gesto al rientro in banchina.
Effettivamente proprio durante uno di questi appostamenti, una pattuglia di quattro militari della Guardia Costiera di Taranto notava un natante a motore di colore scuro con tre persone a bordo, di cui una con indosso una muta da sub, che navigando a luci spente si dirigeva verso la banchina Cariati del Mar Piccolo.
Accostata l’unita’ alla banchina, uno dei tre individui con fare sospetto occultava un involucro bianco al di sotto di alcuni fasciami del paiolato in legno della banchina, ponendo in questo modo in grave rischio la pubblica incolumita’ essendo la banchina in questione accessibile a chiunque, per poi andare ad ormeggiare l’unita’ poco piu’ in la’, sempre lungo la stessa banchina Cariati.
Dato il fare sospetto degli individui il personale militare operante decideva di intervenire bloccando il natante con i tre individui a bordo e prelevato l’involucro precedentemente occultato, verificava che lo stesso conteneva tre cilindretti di colore senape, consistente apparentemente in materiale esplosivo dal peso di circa 3 kg, cosi’ come confermato poco dopo, da personale degli artificieri della Polizia di Stato, intervenuto successivamente che individuava il materiale in questione quale “balestrite”.
L’ispezione condotta all’unita’ nautica consentiva il ritrovamento tra l’altro di materiale per il confezionamento degli ordigni.
Immediatamente informato di quanto accertato, il Sostituto Procuratore della Repubblica di turno disponeva la traduzione in carcere dei tre individui, due dei quali noti pregiudicati per reati anche gravi e con precedenti specifici per uso di materiale esplodente, nonche’ il sequestro del natante e di tutto il materiale rinvenuto a bordo.
Non è purtroppo la prima volta che si deve registrare questo tipo di attività illecita, che desta un elevato livello di allarme sociale, prova ne siano le numerose telefonate che sovente i cittadini fanno alla Sala operativa della Guardia Costiera di Taranto per denunciare eventi del genere, che tuttavia nel caso in esame avrebbe messo in serio pericolo anche l’incolumità pubblica per i rischi connessi all’occultamento del materiale esplodente in un luogo accessibile a chiunque.