Associazione a delinquere, furto, truffa, falso e ricettazione. Arresti in Sicilia e Martina Franca
Cinque persone coinvolte, tra cui due donne (32 e 27 anni) che fingevano di essere le mogli di due componenti dell’associazione criminale. Uno dei cinque rintracciato in una comunità alloggio in Valle d’Itria
Anche la città di Martina Franca è rientrata nell’operazione “Gold and Wine”, che ha visto due ordini di custodia cautelare in carcere e tre agli arresti domiciliari nei confronti di altrettanti soggetti accusati a vario titolo dei delitti di associazione a delinquere, furto, truffa, falso e ricettazione. L’operazione, coordinata dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Catania, è stata eseguita dai Carabinieri della Compagnia di Giarre coadiuvati dai colleghi della Stazione di Aci Castello e della Compagnia di Martina Franca, a conclusione di una mirata attività investigativa condotta dalla dipendente stazione di Sant’Alfio in Aci Catena, Aci Castello, Aci Sant’Antonio, nonché a Martina Franca (TA). Nella città del Festival della Valle d’Itria, in un comunità alloggio è stato rintracciato uno dei cinque arrestati, M.B, classe 1988, tradotto presso il carcere di Taranto. L’altra persona tradotta in carcere, a Catania, è D.V. classe 1982, mentre A.M.G, del 1980 e due donne L.L, classe 1982, e M.G.L., classe 1987, sono agli arresti domiciliari.
“L’attività investigativa, durata circa due mesi, ha permesso – raccontano le Forze dell’Ordine in una nota stampa – di far luce su una serie di truffe e furti ai danni di vari esercizi commerciali tra Giarre ed Acireale. in particolare il 30 gennaio 2014 in un noto ristorante di Sant’Alfio, alle pendici dell’Etna, si presentavano due donne e due uomini, e dopo aver consumato un ricco pranzo pagavano con un assegno facente parte di un carnet oggetto di furto l’estate scorsa ad Aci Castello, ovviamente intestandolo falsamente ad una fantomatica “De Maria Rosa”, inoltre i quattro approfittando della distrazione del personale di sala si impossessavano di pregiate bottiglie di vino. Non contento della truffa e del furto appena compiuti, la notte del 2 febbraio i due uomini ritornavano al ristorante e dopo l’effrazione di una finestra trafugavano un televisore 50 pollici.
I militari di Sant’Alfio, visionavano le immagini del sistema di videosorveglianza del ristorante, e nel giro di pochi giorni, grazie ai classici metodi investigativi di osservazione, controllo e pedinamento, riuscivano a identificare i 5 malfattori. Il 4 febbraio, di concerto con l’Autorità Giudiziaria, si procedeva alla perquisizione domiciliare presso le abitazioni di tre membri dell’associazione a delinquere, recuperando parte della refurtiva, tra cui il televisore, ma ancor più importante il carnet di assegni, dal quale, ormai, mancavano quasi tutti i titoli ovviamente “staccati” per compiere altre truffe e raggiri. Infatti dall’analisi delle intestazioni del carnet il comandante di Stazione di Sant’Alfio ed i suoi militari, notavano i rei avevano acquistato da due gioiellerie di Aci Sant’Antonio, mediante gli assegni rubati, monili per un valore di oltre 2000 euro, per poi rivenderli ad un compro oro di Catania. Gli esercenti, così truffati, quando i carabinieri hanno portato in visione le effigi fotografiche dei malfattori per il riconoscimento, non hanno fatto altro che confermare quanto fin lì ipotizzato dagli investigatori: il “modus operandi” era sempre lo stesso, i quattro si presentavano in gioiellerie o attività di ristorazione come coniugi e con la scusa della carta bancomat non funzionante inducevano i titolari ad accettare il pagamento con assegno, nella maggior parte dei casi le due donne fungevano da “ammaliatrici” mentre gli uomini, con numerosi precedenti penali per reati contro il patrimonio, avevano il ruolo di “scout” ed individuavano di volta in volta le vittime di furti e raggiri.
Come concordato dall’Autorità Giudiziaria, che ha pienamente sposato la tesi investigativa, si tratta certamente di una associazione criminale rudimentale (dalla quale di esclude il A.M.G., indagato solo per il furto aggravato del televisore), ma non di meno dal carattere stabile e basata sul rapporto d’amicizia tra i sodali, che seppur in un breve arco di tempo, agosto 2013 – febbraio 2014, hanno posto in essere una pluralità di reati dimostrando una marcata pericolosità sociale. Le indagini proseguono ed in considerazione di ciò chiunque riconosca i predetti quali autori di reato o abbia notizie utili è inviato a contattare la Stazione Carabinieri di Sant’Alfio”.