Il presidente del Consiglio Comunale di Taranto scrive a Renzi
La richiesta di Bitetti al Premier è quella di “non abolire, ma riformare” la figura del Segretario
Non piace al comune di Taranto la riforma della Pubblica Amministrazione e della Dirigenza pensata dal governo Renzi. Uno è il punto che non si riesce ad accettare, ovvero “la proposta contenuta al punto 13 della lettera del Presidente del Consiglio e del Ministro della Pubblica Amministrazione indirizzata ai dipendenti pubblici” e riguardante la “abolizione della figura del Segretario”.
Per questo motivo il Presidente del consiglio comunale tarantino Pietro Bitetti (in foto), pur ritenendo “utile e necessaria” la riforma della Pubblica Amministrazione e della Dirigenza, ha inviato a Renzi, al Ministro Madia, al Ministro Lanzetta e al Presidente dell’Anci Piero Fassino, una lettera con la quale si chiede un ripensamento della proposta, che miri non all’abolizione, ma alla “riforma” della figura del Segretario.
“Il Segretario – si legge nella missiva – che è storicamente parte integrante delle autonomie locali ed è il primo collaboratore dell’Amministrazione eletta, svolge un ruolo centrale di garanzia e direzione complessiva dell’ente, ed è fondamentale per assicurare il coordinamento e il buon andamento delle attività e il conseguimento del programma di governo, credo che la sua abolizione lascerebbe l’ente privo di una dirigenza apicale in possesso delle specifiche competenze professionali richieste dal ruolo di vertice dell’ente. Peraltro, per i Segretari sono già vigenti molte delle proposte di riforma che nella stessa lettera si pensa di estendere all’intera dirigenza pubblica, in particolare la temporaneità dell’incarico, che è già legata al mandato amministrativo. Come presidente del consiglio comunale, permettetemi di esprimere preoccupazione e contrarietà a tale proposta, che rischia di indebolire invece che modernizzare la dirigenza da affiancare agli Amministratori e di cui dotare l’ente locale, ricordando che le stesse Autonomie Locali, a fronte di recenti interventi legislativi non sempre coerenti e organici, hanno chiesto più volte non una abrogazione ma una riforma organica dei Segretari, per dotare gli enti di una dirigenza apicale ancora più adeguata per competenze e funzioni alle necessità. Vi chiedo perciò di rivedere tale posizione e di considerare il Segretario una figura dirigenziale non da abolire ma da riformare, con sistemi di reclutamento e di formazione capaci di rafforzarne le capacità professionali, innovandole e rendendo tale dirigente ancora più competente e maggiormente dotato degli strumenti professionali necessari ad assicurare la direzione complessiva, superando le ambiguità dell’attuale normativa”.