Taranto – Fermato il compagno della donna trovata morta in casa: uccisa per un raptus di gelosia.
Al termine di un’intensa e rapida attività investigativa avviata a seguito del decesso, riscontrato il 14 luglio in un’abitazione del centro storico di Massafra, della 46enne bracciante rumena Violeta Marina Carabineru, i militari del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale Carabinieri di Taranto e del N.O.R. della Compagnia di Massafra hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Procura della Repubblica jonica nella persona della D.ssa Maria Grazia Anastasia, il 40enne M.G., bracciante rumeno pregiudicato, compagno convivente della donna, accusato di omicidio volontario, violazione di domicilio, lesioni personali, sequestro di persona e porto e detenzione di armi.
Fin dalle fasi immediatamente successive al fatto di sangue, i militari avevano incentrato la loro attenzione sul soggetto, resosi irreperibile a partire dal 10 luglio, data nella quale, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, si sarebbe verificato l’omicidio, collocato cronologicamente nell’arco temporale intercorrente fra la tarda serata del 9 e la prima nottata del 10 luglio. Tali ipotesi investigative trovavano conferma nella circostanza che l’uomo, da quel giorno in poi, avrebbe spento il proprio telefono cellulare, chiamando con altre utenze in modalità “sconosciuto” connazionali residenti a Massafra dai quali avrebbe cercato di acquisire informazioni sulla propria convivente.
Dalle risultanze degli accertamenti dei Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Taranto e del N.O.R. di Massafra, emergeva che il soggetto, immediatamente dopo il proprio rientro dalla Romania, il 9 luglio, appreso che durante la sua assenza la convivente aveva intrapreso nuovamente una frequentazione con il proprio vecchio compagno, un 43enne rumeno stanziale a Massafra, anche lui bracciante, si sarebbe recato presso l’abitazione che condivideva con la donna e dopo aver invano cercato di aprire la porta, non riuscendovi per la presenza della chiave all’interno, avrebbe rotto la vetrata della stessa con un’antenna a parabola che aveva acquistato in Romania e, una volta entrato, avrebbe dunque sorpreso la 46enne con il suo vecchio compagno.
A questo punto, l’uomo avrebbe perso la testa, avventandosi sui due e percuotendoli con calci e pugni oltre che con la staffa metallica della parabola, procurando varie lesioni all’uomo che tramortiva ed alla donna che, a seguito delle lesioni riportate, verosimilmente decedeva poco dopo. A quel punto il rumeno, dopo essersi intrattenuto nell’abitazione ed aver finanche legato il rivale, si sarebbe allontanato in treno dapprima alla volta di Bari e poi a Roma.
Dopo aver venduto il proprio telefono cellulare e disfattosi anche di alcuni indumenti, poi rinvenuti dai militari, avrebbe poi contattato propri connazionali a Massafra per cercare di capire cosa stesse accadendo e quali fossero le condizioni della donna, chiamando sempre da telefoni che si faceva prestare, chiamando con modalità “sconosciuto” o da cabine telefoniche.
Da ultimo, resosi evidentemente conto di non avere i mezzi per proseguire la fuga ed appreso chiaramente da una connazionale che la sua compagna era stata rinvenuta cadavere il giorno 14 e che i Carabinieri lo stavano cercando, il rumeno si sarebbe presentato presso un posto di polizia di Roma, fornendo una versione degli eventi intesa a ridimensionare il violento pestaggio inferto ai due e in dettaglio dichiarando di essersi limitato di dare un paio di schiaffi alla donna.
Raggiunto dai Carabinieri di Taranto, il soggetto è stato condotto presso il Comando Provinciale jonico e in presenza del suo legale avrebbe fornito al P.M. dichiarazioni confirmatorie sulla violenta aggressione, precisando che non fosse sua intenzione uccidere.
Il fermato è stato quindi portato nel Carcere di Taranto a disposizione del PM, dott.ssa Maria Grazia Anastasia, in attesa della richiesta di convalida del fermo al Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Taranto.