La Guardia Costiera contro la pesca abusiva a Vieste
Operazione rete pulita
Operazione rete pulita: la Guardia Costiera di Vieste si è lanciata in un’epica battaglia contro i nemici del mare, armata di buonsenso e regolamenti. Nel loro mirino? Una pratica antica quanto discutibile: la pesca abusiva. Chi avrebbe mai pensato che sotto le onde tranquille del nord Gargano si celasse una tale fervida attività illegale?
Con la precisione di un gabbiano che piomba sulla sua preda, i militari hanno effettuato una serie di controlli sul territorio, scoprendo non solo reti a tramaglio e nasse prive dei segnalamenti prescritti dalla legge ma anche 1490 kg di molluschi bivalvi (si, avete letto bene) pronti per essere venduti all’insaputa dei consumatori. Questo, cari lettori, è il vero crimine contro la paella.
Ma non temete, la Guardia Costiera non si è fermata alla mera confisca di questi attrezzi da pesca fuorilegge. Oh no! Sono stati anche comminati verbali amministrativi per un totale di 3.000 euro a quei distributori di prodotti ittici che pensavano di fare il bello e il cattivo tempo sotto il sole di Lesina.
E mentre la notizia del sequestro potrebbe far storcere il naso a chi già pregustava un’abbondante frittura di pesce per le festività di Pasqua, c’è un lato positivo. Il prodotto ittico sequestrato, dichiarato idoneo al consumo, verrà devoluto a enti caritatevoli del territorio. Una sorta di Robin Hood del mare, se vogliamo.
La morale della storia? La Guardia Costiera ci ricorda che dietro ogni boccone di mare c’è una storia, e quella storia dovrebbe essere sempre legale e trasparente. Ecco perché l’operazione rete pulita non è solo un atto di vigilanza, ma un simbolo di impegno verso la tutela del nostro mare e dei diritti dei consumatori.
L’operazione rete pulita va ben oltre il semplice contrasto alla pesca abusiva; rappresenta una promessa per un futuro in cui i mari saranno rispettati e i consumatori potranno gustare il frutto delle acque senza dubbi né rimorsi. E voi, cari lettori, cosa ne pensate? È giusto intensificare questi controlli o si rischia di navigare in acque troppo turbolente?