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Le oche lascino stare le anatre

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A casa ho due oche e tre anatre, oltre una tacchina. Vivono tutti insieme. Le oche fanno le bulle con le anatre. Non le fanno mangiare, non le fanno bere, le aggrediscono. Mia moglie cerca di placare la mia continua voglia di intervenire alla difesa delle più deboli dicendomi che questo è nella loro natura. Ma è pur vero che, quando mi avvicino a loro, le anatre si ringalluzziscono e tirano fuori tutto il loro coraggio.  Le oche a quel punto si tengono a distanza, le lasciano mangiare, bere e fanno finta di ignorarle. È questo, secondo me, quello che dovrebbe essere il ruolo dell’informazione o di un giornalista. Dovrebbe sempre garantire la parte più debole e tenere a bada i bulli. Per la verità, questo dovrebbe essere anche il ruolo dei governanti, ma siamo sicuri che questo avvenga? Da quando il mondo è mondo, il più forte ha sempre avuto il sopravvento sui più deboli. Alcune volte basta un cappello messo in testa ad un parcheggiatore, ad un esattore, ad un controllore della sosta, ad un guardiano di un ufficio pubblico o magari di una portineria ecco che l’arroganza prende il sopravvento sugli altri. Insomma, si scatena il bullo che è in lui. Non vi dico, visto quando un gruppo di persone, animate dalla fede politica o da altre ragioni, non ultimo il tifo, prende di mira qualcuno sui social. Ecco che si forma il branco. Anche chi fino a quel momento era praticamente un pidocchio si fa forte e lancia offese. Ti aggredisce con le frasi più offensive che diventano espressamente minacce. Mi è capitato la scorsa settimana quando abbiamo pubblicato una copertina che in realtà non diceva nulla di nuovo, eppure alcuni facevano finta di scandalizzarsi.  Parlando dei Giochi del Mediterraneo abbiamo messo una ragazza che voleva simboleggiare un’atleta davanti ai veleni di Taranto che conoscono ovunque e non solo in Italia. Sotto la frase: “Inspirate, trattenete l’aria ed espirate. E’ quella salubre di Taranto”. Apriti cielo, una cinquantina di leoni da tastiera iniziavano ad attaccarci, molti di questi si professavano ‘esperti di marketing’. Inizialmente non ne avevo capito il significato, poi piano piano tutto mi è sembrato più chiaro. Facciamo un passo indietro. I Giochi del Mediterraneo, a mio avviso, sono un palliativo per prendere tempo, non affrontare i problemi veri di cui il territorio ha bisogno e soprattutto una campagna elettorale per le prossime regionali. Aggiungo ancheche non daranno alcun tipo di ritorno né economico né in termini di immagine, tant’è vero che nessuna città ha voluto proporre la propria candidatura. Solo Taranto lo ha fatto e, udite, udite, il Comitato organizzatore, nonostante sia l’unica candidata, ci sta pensando.Ma i conti si faranno a consuntivo e, quasi sicuramente, l’attuale classe politica sia a livello locale che regionale, tra sette anni sarà solo un ricordo, così come molte meteore parlamentari locali. Il Sindaco di Taranto ha pensato bene diincentivare l’informazione locale elargendo contributi pubblici, ma a quanto pare verso determinate testate rispetto altre. Noi non abbiamo mai fatto alcuna richiesta di denaro perché non abbiamo mai voluto sporcarci le mani con del denaro di cui immaginiamo la provenienza. E se qualcuno pensasse di acquistare spazi pubblicitari, purtroppo sono tutti venduti!  La nostra testata è stata tra le pochissime a non essere mai intercettata in ambiente svenduto. Detto questo, sembra che i cosiddetti ‘esperti di marketing’ siano stati arruolati per questa operazioni di ‘marketing’.  Dopo molte lacrime di coccodrillo a seguito della morte di Nadia Toffa e non parlo delle associazioni che vivono ogni giorno il dramma dei tumori, dell’ambiente, dell’inquinamento e sono tante. Oggi c’è chi vorrebbe calasse il silenzio a Taranto. Addirittura è stato auspicato da autorevoli colleghi. Dovremmo parlare solo delle cose belle di Taranto, magari murando tutte quelle case dei tamburi dove la gente continua a morire e molti di questi sono bambini. Taranto non ha bisogno di ‘marketing’ o di fantomatici giochi che non daranno alcun tipo di ritorno, ma ha bisogno di essere ripulita dai veleni. Ha bisogno di strutture sanitarie adeguate e mirate alle tipologie delle malattie. Taranto è così bella che con tutte le sue bellezze si promuove da sola, senza bisogno di esperti di marketing. Taranto ha bisogno di una informazione libera e non al soldo del potere di turno.  Taranto ha bisogno di vivere. Detto questo, voglio tranquillizzare i leoni da tastiera e i loro mandanti: non ci facciamo intimorire da nessuno. 

La nostra battaglia per l’ambiente, per la gente senza voce di Taranto, continuerà più forte di prima e senza mai avere alcun interesse politico sia forte e chiaro. Le oche lascino stare le Anatre.

Redazione Pugliapress

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